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 2013  novembre 19 Martedì calendario

SU MAPS TROVI ANCHE IL CLAN


La trovi senza difficoltà su Internet. È precisa. È dettagliata. Ha fonti attendibili. È scritta in maniera chiara e semplice. È aggiornata. È di facile consultazione. Insomma, avrebbe le caratteristiche che farebbero la fortuna di una guida per le migliori trattorie o i migliori bed and breakfast. Ma è una guida che affronta ben altre tematiche e settori. È la cartina del potere camorristico in Campania. Una ‘Google Maps’ dei clan. Si apre digitando le parole giuste sul motore di ricerca. Clicchi sulla ‘goccia’ di una città, di un quartiere e, zac, ti si spalanca il nome della ‘famiglia’ camorristica che impera su quel territorio. Con approfondimenti e richiami alle fonti, le descrizioni, le storie. Quasi 60 clan camorristici censiti con attenzione. Tra Napoli, la provincia, i territori periferici della Campania. La mappa comprende persino cosche ‘dimenticate’ nelle relazioni annuali delle autorità impegnate a combattere il fenomeno. E per non fare torto a nessuno, lì dove sono in attività due o più clan in contemporanea, questi vengono elencati in rigoroso ordine alfabetico. Ad esempio nella zona tra Vicaria e Poggioreale, popolosi quartieri di Napoli, la ‘mappa della camorra in Campania’ cita i clan Caldarelli, Ferraiuolo – Stolder, Giuliano, Mazzarella e Montescuro.
NEL RIONE SANITÀ invece si segnalano i clan Misso, Tolomelli, Torino e Vastarella. Al Vomero ecco i clan Caiazzo, Cimmino e Polverino. Nella periferia di San Giovanni a Teduccio si ricordano i clan D’Amico, Mazzarella, Reale-Formicola, Rinaldi-Altamura. A Torre del Greco si cita il clan Falanga. Tra Portici e San Sebastiano al Vesuvio, se clicchi si apre un richiamo al clan Vollaro. A Castellammare di Stabia la ‘goccia’ indica i clan D’Alessandro e Di Martino. Decine e decine sono le cosche tracciate sulla pagina web. Ma ci sono richiami anche alle realtà camorristiche di altre province, dove il fenomeno si presenta comunque più rarefatto. Ad Avellino viene citato il clan Genovese. A Salerno il clan D’Agostino. A Scafati, provincia salernitana, il clan Matrone. A Pagani (Salerno) il clan Fezza-D’Auria. A Benevento il clan Sparandeo. Se proprio vogliamo trovare un difetto, c’è un eccesso di sintesi nel denominare il vasto e variegato arcipelago della camorra in provincia di Caserta, tra Casal di Principe, Casapesenna e dintorni, dove le varie fazioni e sottofazioni di alcune tra le più potenti cosche criminali d’Italia vengono riassunte sotto la denominazione ‘Cartello dei Casalesi’, senza distinzioni , almeno a prima vista, tra gli Schiavone e i Bidognetti.
La mappa è il risultato di un progetto iniziato nel 2009 che attinge a piene mani dai libri sulla storia della camorra e dalle relazioni della Direzione Investigativa Antimafia. Ne esistono analoghe anche per la ’Ndrangheta, la Sacra corona unita e Cosa Nostra. In Calabria, ad esempio, solo per il Mandamento Centro di Reggio Calabria ecco snocciolati in sequenza i clan Alampi, Borghetto – Caridi – Zindato, Crucitti, Ficara – Latella, Lo Giudice, Labate e Rosmini. Mentre per il Mandamento Tirrenico di Gioia Tauro la ‘famiglia’ di riferimento è il clan Piromalli. Nella turistica Tropea comandano i clan Accorinti e La Rosa. A Scalea (fonte Senza Mafie – Verso Sud) si cita il clan Stummo-Valente. A Cutro, in provincia di Crotone, il clan Grande Aracri e il clan Dragone. A Catanzaro il Clan Costanzo - Di Bona, il clan Gaglianesi e il clan degli zingari. Nella loro pagina web di riferimento, il progetto che ha dato vita alle google maps della criminalità organizzata viene definito come “indipendente di cittadinanza attiva e di valorizzazione delle conoscenze in pubblico dominio”, frutto di un esperimento di ‘social design for social innovation’ che riguarda l’obbedienza civica ai valori di democrazia, trasparenza, partecipazione e che non ha scopo di lucro”.
Gli ultimi aggiornamenti risalgono a poche settimane fa. L’esperimento, si precisa, non è legato a movimenti, associazioni o altri tipi di organizzazioni. L’iniziativa è stata ideata e sviluppata dal giornalista e blogger Luca Dello Iacovo. Chiunque può collaborarvi, inviando notizie o idee alla casella email stop.mafia@gmail.com  .