Anais Ginori, la Repubblica 19/11/2013, 19 novembre 2013
IL PICCOLO PRINCIPE E LA VOLPE STORIA DI UNA FAVOLA CAMBIATA
C’è voluto del tempo prima che il Piccolo Principe incontrasse la volpe. Antoine de Saint-Exupéry ha aggiunto solo alla fine della stesura questo episodio, diventato poi fondamentale nel libro. È quel che rivela la pubblicazione integrale del manoscritto del Piccolo Principe, che Gallimard propone ora in una versione inedita ed elegantemente rilegata. Nell’ampio volume sono riprodotti i 141 fogli di testo e i 35 di disegni, tutti su “onionskin paper”, una qualità di carta sottilissima con la calligrafia dell’autore a matita e china.
È la prima volta che il manoscritto di Saint-Exupéry, conservato alla Morgan Library di New York, torna in Francia, almeno in un libro facsimile. Lo scrittore francese aveva infatti donato le sue bozze a Silvia Hamilton-Reinhardt nel 1943, pochi giorni prima di partire nel Nord Africa. Da allora sono sempre rimaste negli Stati Uniti. Un patrimonio letterario prezioso che adesso permette di comprendere quanto e come la struttura narrativa della favola sia cambiata più volte. Tra i fogli si notano dubbi e aggiunte. Saint-Exupéry ha esitato a lungo sui pianeti che il Piccolo Principe avrebbe visitato prima di arrivare sulla Terra. In una prima stesura sono citati quattro pianeti e non sei. Il pianeta del protagonista si chiama dapprima A612, poi ACB316 e infine B612. Il dialogo con l’aviatore cambia più volte posizione all’interno del racconto. Saint-Exupéry aveva immaginato anche altri incontri, poi scomparsi nella versione definitiva: con un mercante di manovelle che imita il rumore dei terremoti, con un inventore di oggetti elettrici che ha costruito una macchina per rinfrescare l’aria, giocare con i birilli, fumare. Su altri fogli si vede la bozza di un dialogo con un cruciverbista.
Nel corso delle diverse versioni, Saint-Exupéry ha anche tolto alcuni riferimenti biografici sull’aviazione o su Manhattan, dove l’autore ha concepito il libro. L’astronomo turco all’inizio era inizialmente un «olandese miope ». Alcuni momenti clou della favola sono stati riscritti più volte. Il deludente incontro con gli uomini doveva avvenire dopo l’episodio della montagna, e dunque prima dell’incontro con la rosa e la volpe. Saint-Exupéry ha anche inserito formule di cortesia. «Mi disegni una pecora?», diventa: «Mi disegni, per favore, una pecora?». Vengono cancellati dettagli. Per esempio l’idea che il Piccolo Principe «beve latte caldo» al mattino. È solo verso la fine della stesura che appare la volpe che con la sua richiesta — “addomesticami” — farà scoprire al protagonista il valore dell’amicizia. Nel manoscritto si scopre così che anche il dialogo con la volpe è stato molto rilavorato. All’inizio diceva: «Ciò che è essenziale, non si vede». Una formula molto più banale di quella poi corretta e diventata simbolo del libro: «Si vede bene solo col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi».