Roberto Giovannini, La Stampa 19/11/2013, 19 novembre 2013
SPESA, TAGLI PER 32 MILIARDI IN 3 ANNI
Dopo la semibocciatura di Bruxelles ai conti italiani il governo corre ai ripari, e oltre ad accelerare sulle privatizzazioni decide di moltiplicare drasticamente i tagli alla spesa pubblica del piano della spending review gestita dal commissario Carlo Cottarelli. E così, come ha annunciato ieri il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, sono in arrivo tagli per ben 32 miliardi nel triennio 2014-2016. Una somma pari al 2% del Pil di oggi. Un’operazione molto ambiziosa, che per il presidente del Consiglio Enrico Letta dimostra che ora «si cambia verso», puntando al «eliminare gli sprechi per utilizzare nel modo più produttivo le risorse». Perché, dice Letta, «i tagli si devono fare dove è necessario». Non c’è dubbio che l’obiettivo delineato da Cottarelli e Saccomanni è davvero notevole; sarà interessante vedere come reagirà quel grumo di interessi concentrati intorno alla spesa pubblica. Ovviamente, fondamentale sarà il metodo con cui procederà Cottarelli e il suo gruppo di lavoro, e quali saranno le concrete indicazioni sulla spesa pubblica definita «inutile».
Il documento preparato dal commissario è stato trattato ieri dal Comitato interministeriale a Palazzo Chigi. Il governo conta di recuperare già per il prossimo anno circa 1,5 miliardi, una cifra che non è comunque indicata nel dossier Cottarelli in cui si afferma che «in sede politica» va valutata l’opportunità di individuare risparmi «addizionali» per il 2014 e gli anni a seguire. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha parlato di «una piena condivisione del piano di lavoro» preparato dal commissario «e del documento di indirizzo che lo accompagna», anche in considerazione del fatto che la revisione della spesa è «un elemento cardine della politica economica del governo». Cottarelli ha poi aggiunto che «ci potranno essere delle cose che anticipiamo e che arriveranno prima della fine di febbraio», quando è previsto il «grosso» delle prime misure per la revisione della spesa.
Il comitato interministeriale, ha specificato il ministro, «dovrà riunirsi con frequenza almeno mensile per fornire indirizzi» al piano di revisione della spesa. Le risorse provenienti dai risparmi di spesa «saranno destinate in maggior parte alla riduzione delle imposte, come previsto, ma anche a finanziare gli investimenti produttivi e alla riduzione del debito».
In mattinata il presidente del Consiglio, Enrico Letta, aveva spiegato che con Cottarelli «cambierà il verso degli interventi sulla spesa». Parlando alla cerimonia del novantennale del Cnr, il premier ha affermato che «la riduzione della spesa pubblica deve essere intelligente, senza tagli lineari. La spesa deve essere sotto controllo, ma bisogna fare i tagli dove è necessario, altrimenti non ci saranno investimenti». Infine Letta ha anticipato che questa settimana «presenteremo un piano di privatizzazioni che viene discusso oggi con il ministro delle Finanze». Al Cnr c’era anche il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi. Squinzi ha ricordato che «abbiamo speso tanto e male, dividendo la spesa in mille rivoli. Liberiamoci ora dalle transazioni inutili, riduciamo la frammentazioni e torneremo a crescere». «Transazioni inutili» che «hanno sconfitto innovazione, qualità, merito, voglia di gareggiare e ricerca – ha detto il leader degli industriali - liberiamoci dalle transazioni inutili, riduciamo la frammentazioni e torneremo a crescere».
Intanto, per oggi è atteso un primo pacchetto di emendamenti del governo alla legge di Stabilità, contenente una decina di proposte di modifica. Un secondo pacchetto più corposo, a firma dei relatori, dovrebbe invece arrivare in un secondo tempo. La commissione Bilancio del Senato ha da parte sua concluso la scrematura dei circa 3mila emendamenti al testo. Infine, il Consiglio dei ministri già forse domani probabilmente varerà il decreto che chiude il discorso sulla seconda rata Imu: le coperture dovrebbero essere l’aumento degli acconti di Ires e Irap su banche e assicurazioni, ed è possibile che vengano esclusi anche fabbricati e terreni agricoli.