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 2013  novembre 18 Lunedì calendario

CILE, BACHELET NON SUPERA IL 50% BALLOTTAGGIO CON LA RIVALE DI DESTRA


RIO DE JANEIRO — Non si risolvono al primo turno le elezioni presidenziali in Cile. Michelle Bachelet, la donna che fece storia quando venne eletta la prima volta otto anni fa, supera il 46,69 per cento dei voti ma è costretta al ballottaggio. L’avversaria di destra Evelyn Matthei recupera voti negli ultimi giorni e raggiunge il 25 per cento, secondo le proiezioni della notte. Le due donne si sfideranno dunque in un secondo turno il prossimo 15 dicembre, prolungando il duello che affonda le radici nel passato tragico del Cile. Entrambe sono figlie di generali, che si trovarono su sponde opposte durante la dittatura: il padre della Bachelet venne arrestato e morì in carcere per le torture, quello della Matthei fu membro della giunta Pinochet e ministro. Nonostante l’economia sia andata a gonfie vele durante il suo mandato — con una crescita media prossima al 6 per cento, la più elevata nei Paesi dell’Ocse — l’attuale presidente Sebastian Piñera esce di scena con una popolarità modesta.
La giornata elettorale si è svolta in perfetta calma, con gli occhi puntati anche sull’affluenza ai seggi. È la prima volta difatti che in Cile il voto non è obbligatorio, e dalle percentuali oceaniche delle precedenti consultazioni si dovrebbe essere scesi attorno al 50 per cento. Hanno disertato le urne soprattutto i giovani, che non si riconoscono negli schieramenti tradizionali del sistema politico cileno, immutati da anni.
L’altro numero da osservare riguarda la formazione del Parlamento, dove si rinnovano tutti i deputati e metà dei senatori. Dal numero di seggi che conquisterà la Nueva Mayoria, lo schieramento della Bachelet, dipenderà infatti l’esito delle varie riforme strutturali che la candidata socialista ha promesso in caso di vittoria. Se gli interventi sulla scuola, il fisco e il diritto all’aborto terapeutico potranno essere realizzati anche solo con una maggioranza semplice, lo stesso non sarà possibile per il progetto di riforma costituzionale, che ha bisogno di una maggioranza più ampia. Seguendo le indicazioni di un gruppo di pressione, molti elettori hanno scritto sulla scheda anche la sigla AC, per invocare una assemblea costituente.
Michelle Bachelet ha promesso un governo più incisivo e ha allargato la sua coalizione al partito comunista. La riforma dell’università, richiesta dal forte movimento studentesco, dovrebbe avvenire gradualmente nei prossimi sei anni. Ieri un gruppo di universitari ha occupato simbolicamente il quartier generale della Bachelet.