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 2013  novembre 18 Lunedì calendario

BIRMINGHAM, LA CITTÀ DELLA CRISI CHE TOGLIE IL FUTURO AI SUOI FIGLI


La strega di Hänsel e Gretel adesso abita a Birmingham e continua a mangiare i bambini. L’orribile fama dei servizi per l’infanzia della seconda città inglese è tornata alla ribalta l’altro giorno.
Per pubblicizzare una trasmissione radiofonica di approfondimento, la «Bbc» ha rilanciato la notizia che il governo sta per commissariare i Children’s Services della più grande autorità locale europea, dopo quattro anni consecutivi di rapporti negativi degli ispettori ministeriali. Casi spaventosi, come quello di Keanu Williams, 2 anni, ucciso nel 2011 da trentasette ferite infertegli dalla madre o quello di Khyra Ishaq, 8 anni, lasciata morire di fame nel 2008, hanno choccato l’opinione pubblica sia per la loro efferatezza, sia per la colpevole assenza di polizia e servizi sociali.
Cinquant’anni fa era ancora l’«officina del mondo», con un reddito medio che rivaleggiava con Londra, ma la trasformazione dell’economia moderna ha spinto la città verso un lento declino, nonostante negli ultimi anni l’area del West Midland abbia registrato una buona crescita del reddito pro capite. Negli Anni 70 l’industria è crollata per fare spazio ai servizi. Lo scorso anno la metropoli era quarta nella classifica della disoccupazione con il 27,3 dei nuclei famigliari colpiti.
Negli ultimi trent’anni, con la crescita tumultuosa dei centri commerciali e delle grandi arterie per intruppare la gente verso gli acquisti, la città ha perso la sua vecchia fisionomia. L’elegante stazione vittoriana di New Street è rimasta solo nelle foto ingiallite, insieme con le facciate edoardiane dei negozi. Al suo posto è spuntato prima l’orribile scatolone piastrellato degli Anni 60, poi l’attuale struttura metallica ondulata, che fa sembrare la stazione un transatlantico arenatosi ai piedi del municipio.
Grandi fiumane di immigrazione hanno stravolto il tessuto sociale, creando una serie di enormi quartieri, poveri e desolati. La popolazione che supera di poco il milione, è estremamente mista, con il 70 per cento circa di bianchi nel censimento del 2001. Ma oggi nelle scuole solo un terzo degli allievi è bianco, con gli asiatici che formano il 40 per cento nelle classi. Gli studenti provengono da 87 etnie, che a casa parlano 108 lingue diverse. L’inglese resta la prima lingua per miracolo, seguita dall’urdu (parlato in Pakistan, India e Afghanistan), il punjabi, il bengali, il somalo. È una delle città più giovani d’Europa: il 22 per cento dei cittadini ha meno di 15 anni, il 46 per cento è sotto i 30. È il crogiolo in cui cuoce la crisi di Birmingham, compresa quella dei suoi servizi per l’Infanzia.
Tra il municipio ottocentesco, costruito sopra un edificio appartenuto agli antenati di J. R. R. Tolkien, e la glaciale riproduzione vittoriana del tempio di Castore e Polluce della Town Hall, ci sono già le bancarelle natalizie. Non partecipa troppo all’atmosfera festiva Peter Hay, il dirigente dei servizi sociali del comune governato dai laburisti. È stato lui in questi giorni a dover mettere la faccia per cercare di piegare una realtà che Sir Michael Wilshaw, capo degli ispettori governativi ha definito «una vergogna nazionale».
Dice quasi con rassegnazione: «Vogliamo essere molto onesti sulla situazione a Birmingham: non siamo ancora riusciti a raggiungere gli standard minimi sulla protezione dei bambini più vulnerabili. Abbiamo però una visione molto più chiara ora di ciò che deve essere fatto, spero che gli ispettori terranno conto dei progressi».
Il dipartimento che segue i bambini non ha abbastanza personale. Per giunta la cattiva fama del servizio tiene lontano i giovani che non vogliono avere sui curriculum il marchio di un’esperienza nella città disastrata.
«Adesso - dice Hay - semplicemente non abbiamo bravi assistenti sociali a sufficienza. Le cose riprese nei giorni scorsi dai media sono state ripetute mille volte. Ci rendiamo conto che sul commissariamento il ministero dell’Istruzione deve prendere una decisione difficile. Tuttavia, pur riconoscendo la fragilità della situazione, riteniamo vitale che il Consiglio comunale continui a essere coinvolto nella gestione del servizio».
Sue White, sociologa dell’Università di Birmingham, ha osservato che «la città non migliora solo perché è stata fustigata dagli ispettori. A mio modo di vedere la medicina rischia di uccidere il paziente». Come si è potuti arrivare a una situazione del genere? Tony Rabaiotti dell’Unison West Midlands, il sindacato dei lavoratori pubblici, spiega: «Siamo diventati una comunità enorme difficile da gestire, fatta di molteplici etnie spesso isolate tra di loro. Si è perso il senso di comunità. Poi le amministrazioni conservatrici dal 2007 al 2010 non hanno fatto altro che tagliare. Adesso mancano le risorse. Per un motivo o per l’altro, al dipartimento che segue i bambini in difficoltà manca un terzo del personale».
Non è semplice come uccidere la strega che mangia i bambini. Ha detto alla «Bbc» il professor Wyn Grant, studioso di amministrazione locale all’Università di Warwick: «I Consigli sono sempre sotto una duplice pressione. Da un lato sono accusati di non intervenire abbastanza, dall’altro le famiglie li accusano di intervenire troppo. Un’azione equilibrata è molto difficile».