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 2013  novembre 20 Mercoledì calendario

MEMORIA

«Come ho iniziato? È successo tutto così velocemente che devo rinfrescarmi la memoria guardando qualche foto o video. I miei genitori mi raccontano sempre che da piccolo non facevo altro che chiedere di guidare una moto. E loro semplicemente mi hanno detto “ok”» (Marc Marquez).

NOTIZIE «Le notizie sul mio futuro da dirigente o tecnico le ho lette sui giornali, nessuno mi ha detto o proposto nulla. Deciderò a fine stagione cosa è meglio per me» (il capitano dell’Inter Javier Zanetti).

VESTITO «Sono entrato nello spogliatoio in punta di piedi per cucire un vestito che cadesse a pennello sui giocatori, partendo da tre aspetti: tattico, fisico ed equilibrio fra fase di possesso palla e fase di non possesso. La cosa più difficile è inculcare nei giocatori la voglia di non sentirsi mai appagati, di non accontentarsi e di non tralasciare la cura del particolare» (Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo capolista in Serie B).

GAVETTA «Ho dato tantissimo all’Ajaccio: aprivo l’ufficio alle 7, andavo via di sera. Col mio staff abbiamo impostato il rapporto in modo franco. Forse sottovalutando l’ambiente: in Corsica ci sono abitudini radicate, anche sul lavoro. L’esonero è una ferita aperta, ma pure un’esperienza importante. Sono pronto a ripartire, non ho paura della gavetta: i risultati si ottengono faticando» (Fabrizio Ravanelli, esonerato dal club francese lo scorso 2 novembre).

ADRENALINA «Lo faccio perché mi diverto e non mi pesano gli allenamenti e i viaggi, e l’adrenalina che provo ancora in campo è così forte. Finché il tennis me lo sento dentro, andrò avanti, quando queste sensazioni cesseranno, smetterò» (Filippo Volandri, che ha appena vinto la terza edizione delle Challenger Finals a San Paolo, tornando fra i primi 70 tennisti in classifica Atp).

OBIETTIVI «Il nostro Paese ha bisogno di obiettivi alti, come i Giochi del 2014. La nostra generazione ha bisogno di un buon motivo per far rialzare questo Paese, come i nostri nonni hanno fatto nel dopoguerra. Alle classiche obiezioni (corruzione, illegalità, furbizia) rispondo che o ci si rassegna a consegnare ai nostri figli il Paese come l’abbiamo fatto diventare e ci si rassegna che sarà sempre e per sempre così o ci tiriamo su le maniche per dimostrare che un altro modo di fare è possibile» (Mauro Berruto, ct della nazionale italiana di pallavolo).