Stefano Folli, Il Sole 24 Ore 17/11/2013, 17 novembre 2013
SOLERI, UN LIBERALE AUTENTICO
Marcello Soleri è stato uno dei grandi liberali della nostra storia. Meno conosciuto di Giovanni Giolitti e Luigi Einaudi, peraltro a lui uniti da vincoli di profonda amicizia, ma altrettanto capace di incidere nelle vicende del suo tempo. Più volte ministro, giolittiano leale, democratico intransigente. Ricordiamo che fu Soleri, ministro della Guerra nel governo Facta del ’22, a proporre al re Vittorio Emanuele III la proclamazione dello stato d’assedio che avrebbe fermato la marcia su Roma. Ma il sovrano non volle firmare il relativo decreto e sappiamo cosa è accaduto. Molti anni dopo sarà Soleri, in qualità di ministro del Tesoro nei governi Badoglio e Bonomi, a nominare Einaudi governatore della Banca d’Italia; e i fatti dimostreranno che mai scelta fu più indovinata perché Einaudi sarà decisivo nella ricostruzione dell’economia italiana (non più da governatore, ma da ministro del Tesoro, prima di ascendere al Quirinale). Soleri, l’uomo che ha combattuto una battaglia cruciale per salvare la lira, non vedrà nascere la nuova Italia. Lui che era un autentico liberale mazziniano, potremmo dire, intriso di senso del dovere, ossia di quella religione civile risorgimentale fatta di tenacia, volontà, rispetto delle istituzioni e amor di patria, ha chiuso gli occhi poco più che sessantenne giusto quattro mesi dopo la fine delle ostilità. Con lui scompariva un esponente di assoluto rilievo della classe dirigente dell’Italia pre-fascista, un uomo che avrebbe potuto dare ancora molto alla nazione. L’etica nella vita pubblica è stato il costante principio ispiratore di Soleri. Qualcuno sorriderà, pensando agli "standard" morali oggi vigenti. Eppure è appena storia di ieri quella che ci ha offerto il suo esempio, nel solco di quell’«Italia di minoranza» nobilmente élitaria senza la quale non ci sarebbe stato lo sviluppo del dopoguerra. Basta questo per avere voglia di immergersi nelle Memorie di Soleri oggi ripubblicate a cura di «Libro Aperto», la rivista curata con passione da Antonio Patuelli, presso la quale è possibile acquistare l’opera. La prefazione è quella originaria di Einaudi, lo scritto introduttivo di Pier Franco Quaglieni.