Massimo Vincenzi, la Repubblica 17/11/2013, 17 novembre 2013
BATMAN PER UN GIORNO SAN FRANCISCO DIVENTA UN SET PER IL SOGNO DEL BIMBO MALATO
Batman ha cinque anni, i capelli biondi spettinati corti, gli occhi azzurri grandi ad illuminare la faccia tonda. Batman deve sconfiggere il più feroce dei nemici: la leucemia. Lo affronta da quando ha 18 mesi. Batman all’inizio non capisce perché mamma e papà piangono spesso, poi lo impara alla svelta e decide che vincerà per loro questa battaglia. E Batman ce l’ha fatta anche questa volta: il cattivo è in ritirata. Gotham City può far festa: migliaia di persone in strada a celebrare il loro eroe, le prime pagine dei giornali, speciali televisivi e alla fine anche il video messaggio del presidente Barack Obama: «Ben fatto, grazie a te la città è salva». Batman si chiama Miles Scott e questa è la sua storia, dove la fantasia si impasta con la realtà e alla fine tutti vivono felici e contenti.
Miles nasce a Tulelake un paesino al confine tra l’Oregon e la California, gli diagnosticano quasi subito il tumore, nei lunghi giorni passati in ospedale per le cure divora i fumetti del suo eroe preferito, alla tv impara a memoria gli episodi del vecchio telefilm. Il padre Nick spiega ai giornalisti: «È sempre stato un combattente, penso che essere un fan di Batman gli abbia dato la forza per andare avanti, per riuscire a guarire». Da qui nasce l’idea di chiedere alla “Make a Wish Foundation”, che si occupa dei bambini malati, di far provare al piccolo l’emozione di un giorno da supereroe per festeggiare la buona notizia. Tocca a San Francisco, che diventa un gigantesco set cinematografico, con migliaia di persone (compresi poliziotti e agenti dell’Fbi) a dare vita alla straordinaria avventura. L’America è rapita, ipnotizzata davanti alle dirette che fanno il record di ascolti. Miles non sa le ragioni della vacanza fuori programma, sta mangiando con i genitori in un Burger King al sesto piano di un centro commerciale quando alla tv del ristorante appare il capo della polizia di San Francisco Greg Suhr, allarmato chiede aiuto: «Qualcuno sa dove sia il piccolo Batman? Abbiamo bisogno di lui, siamo in pericolo». Miles si affaccia alla finestra e sotto vede una folla che lo aspetta, che agita cartelli con scritto: «Viva il nostro eroe», «Ti amiamo». A questo punto gli danno il vestito nero, con il corpetto rinforzato, il mantello, la maschera e non c’è bisogno di spiegargli niente: il sogno aspetta solo di essere vissuto, non servono istruzioni.
Sale sulla Batmobile che lo attende in strada, una Lamborghini modificata prestata da uno dei tanti volontari che partecipano al gioco, e corre a salvare una donna legata sulle rotaie del tram con una bomba addosso. Liberata, lei lo abbraccia e nasconde le lacrime sotto i capelli neri, la gente applaude. Poi bisogna sfidare Riddler, l’enigmista che sta rapinando una banca: basta poco e anche lui viene consegnato alla polizia che lo ammanetta. L’ultima sfida è la più pericolosa: il Pinguino rapisce Lou Seal la mascotte dei Giants, la squadra di baseball di cui Miles è un tifoso scatenato. La lotta dura un po’ di più, ma il finale è scritto: il cattivo si arrende e gli sportivi possono tirare un sospiro di sollievo.
La Abc7news, l’emittente locale racconta l’impresa in diretta, il San Francisco Chronicle gli dedica la prima pagina e un’edizione speciale con una tiratura di mille copie. È l’ora delle celebrazioni. Il lungo corteo si sposta nella sede del Comune, dove il sindaco Ed Lee gli consegna le chiavi della città, ovviamente al cioccolato: «La tua storia e il tuo coraggio hanno conquistato i nostri cuori », dice serio e la finzione ridiventa realtà. Jen Wilson della “Make a Wish Foundation” e lì a due passi, sorride felice: «Abbiamo lavorato per mesi a questa cosa, ci aspettavamo centinaia di persone invece hanno risposto in migliaia: incredibile, nemmeno i genitori si aspettavano tutto questo. Non dimenticheremo mai questa giornata». Dalla Casa Bianca Obama posta su twitter un video: «Ben fatto Miles, Gotham è salva». E subito dopo arriva il messaggio di Michelle: «Grazie per aver fermato questi banditi, sei un grande». Il Dipartimento di Giustizia emette un comunicato ufficiale per celebrare le sue gesta e promette «lunghi anni in carcere per Riddler e il Pinguino».
È quasi sera, è il momento della scena finale. Una bimba con la coda bionda e gli occhi dolci si avvicina a Batman e gli sussurra adorante: «Sei un mito». Lui, ormai senza maschera, i capelli sudati la guarda come nei film e con un mezzo sorriso la conquista: «Non ti preoccupare ci sono io qui adesso?».