Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 17 Domenica calendario

BATMAN PER UN GIORNO SAN FRANCISCO DIVENTA UN SET PER IL SOGNO DEL BIMBO MALATO


Batman ha cinque anni, i capelli biondi spettinati corti, gli occhi azzurri grandi ad illuminare la faccia tonda. Batman deve sconfiggere il più feroce dei nemici: la leucemia. Lo affronta da quando ha 18 mesi. Batman all’inizio non capisce perché mamma e papà piangono spesso, poi lo impara alla svelta e decide che vincerà per loro questa battaglia. E Batman ce l’ha fatta anche questa volta: il cattivo è in ritirata. Gotham City può far festa: migliaia di persone in strada a celebrare il loro eroe, le prime pagine dei giornali, speciali televisivi e alla fine anche il video messaggio del presidente Barack Obama: «Ben fatto, grazie a te la città è salva». Batman si chiama Miles Scott e questa è la sua storia, dove la fantasia si impasta con la realtà e alla fine tutti vivono felici e contenti.
Miles nasce a Tulelake un paesino al confine tra l’Oregon e la California, gli diagnosticano quasi subito il tumore, nei lunghi giorni passati in ospedale per le cure divora i fumetti del suo eroe preferito, alla tv impara a memoria gli episodi del vecchio telefilm. Il padre Nick spiega ai giornalisti: «È sempre stato un combattente, penso che essere un fan di Batman gli abbia dato la forza per andare avanti, per riuscire a guarire». Da qui nasce l’idea di chiedere alla “Make a Wish Foundation”, che si occupa dei bambini malati, di far provare al piccolo l’emozione di un giorno da supereroe per festeggiare la buona notizia. Tocca a San Francisco, che diventa un gigantesco set cinematografico, con migliaia di persone (compresi poliziotti e agenti dell’Fbi) a dare vita alla straordinaria avventura. L’America è rapita, ipnotizzata davanti alle dirette che fanno il record di ascolti. Miles non sa le ragioni della vacanza fuori programma, sta mangiando con i genitori in un Burger King al sesto piano di un centro commerciale quando alla tv del ristorante appare il capo della polizia di San Francisco Greg Suhr, allarmato chiede aiuto: «Qualcuno sa dove sia il piccolo Batman? Abbiamo bisogno di lui, siamo in pericolo». Miles si affaccia alla finestra e sotto vede una folla che lo aspetta, che agita cartelli con scritto: «Viva il nostro eroe», «Ti amiamo». A questo punto gli danno il vestito nero, con il corpetto rinforzato, il mantello, la maschera e non c’è bisogno di spiegargli niente: il sogno aspetta solo di essere vissuto, non servono istruzioni.
Sale sulla Batmobile che lo attende in strada, una Lamborghini modificata prestata da uno dei tanti volontari che partecipano al gioco, e corre a salvare una donna legata sulle rotaie del tram con una bomba addosso. Liberata, lei lo abbraccia e nasconde le lacrime sotto i capelli neri, la gente applaude. Poi bisogna sfidare Riddler, l’enigmista che sta rapinando una banca: basta poco e anche lui viene consegnato alla polizia che lo ammanetta. L’ultima sfida è la più pericolosa: il Pinguino rapisce Lou Seal la mascotte dei Giants, la squadra di baseball di cui Miles è un tifoso scatenato. La lotta dura un po’ di più, ma il finale è scritto: il cattivo si arrende e gli sportivi possono tirare un sospiro di sollievo.
La Abc7news, l’emittente locale racconta l’impresa in diretta, il San Francisco Chronicle gli dedica la prima pagina e un’edizione speciale con una tiratura di mille copie. È l’ora delle celebrazioni. Il lungo corteo si sposta nella sede del Comune, dove il sindaco Ed Lee gli consegna le chiavi della città, ovviamente al cioccolato: «La tua storia e il tuo coraggio hanno conquistato i nostri cuori », dice serio e la finzione ridiventa realtà. Jen Wilson della “Make a Wish Foundation” e lì a due passi, sorride felice: «Abbiamo lavorato per mesi a questa cosa, ci aspettavamo centinaia di persone invece hanno risposto in migliaia: incredibile, nemmeno i genitori si aspettavano tutto questo. Non dimenticheremo mai questa giornata». Dalla Casa Bianca Obama posta su twitter un video: «Ben fatto Miles, Gotham è salva». E subito dopo arriva il messaggio di Michelle: «Grazie per aver fermato questi banditi, sei un grande». Il Dipartimento di Giustizia emette un comunicato ufficiale per celebrare le sue gesta e promette «lunghi anni in carcere per Riddler e il Pinguino».
È quasi sera, è il momento della scena finale. Una bimba con la coda bionda e gli occhi dolci si avvicina a Batman e gli sussurra adorante: «Sei un mito». Lui, ormai senza maschera, i capelli sudati la guarda come nei film e con un mezzo sorriso la conquista: «Non ti preoccupare ci sono io qui adesso?».