Giordano Tedoldi, Libero 16/11/2013, 16 novembre 2013
RICCHI, FAMOSI E GONZI: QUANTE TRUFFE AI VIP
Nulla di male a essere avidi, l’avidità non è nemmeno un vizio capitale come la sua sorella maggiore, l’avarizia, eppure con la vicenda del cosiddetto «Madoff dei Parioli» prima, e adesso, con l’elenco dei nomi degli investitori truffati da Giovanni Paganini Marana, il broker genovese suicidatosi con un volo di sette piani dalla finestra del suo ufficio romano nel settembre 2012, viene da pensare che quest’idea del denaro che cresce su se stesso, che si moltiplica con un colpo di bacchetta magica, merita quantomeno uno sberleffo, meglio ancora, poiché tra i truffati c’è Nora Corbucci, vedova di Sergio Corbucci regista di memorabili film con Totò come Gli onorevoli, e i fratelli Vanzina, Enrico e Carlo, ma anche il figlio cadetto di Gassman, Jacopo, allora, in stile commedia all’italiana, è consentita anche la pernacchia.
Vediamole, le povere vittime dei perfidi broker, che hanno affidato loro «i risparmi di 25 anni di lavoro» come ha detto affranta Sabina Guzzanti, truffata da Gianfranco Lande, il Madoff pariolino. Paganini Marana sembrava avesse tra i suoi clienti anche Renato Zero, ma il cantante ha smentito. C’è di sicuro invece Diletta D’Andrea, vedova di Vittorio Gassman, che ha investito un milione e mezzo di euro, e il figlio Jacopo, 523 mila euro. E stupisce che l’ultimo dei Gassman, dopo i master di teatro alla Royal Academy di Londra, le regie impegnate, e tutto proteso alla carriera di giovane artista emergente, già pensasse a garantirsi il gruzzolo per una serena vecchiaia.
C’è poi la sezione delle stirpi celebri, uomini d’arme e nobiluomini, inaugurata (noblesse oblige) da Eleonora De Fonseca Pimentel, erede dell’omonima eroina della Repubblica Napoletana impiccata dai Borbone, che aveva investito un milione e 443mila euro. Segue Lucia Cadorna, erede del Luigi Cadorna capo del regio esercito umiliato a Caporetto, la quale aveva «puntato» un milione e mezzo d’euro. Avanti con il gioielliere Carlo Eleuteri, 4 milioni e 187mila euro, del resto si sa, un gioielliere deve pur campare, in questi tempi di crisi per i beni di lusso. Salva donna Ginevra Cavalletti, aveva scudato nel 2009 un milione d’euro, lo ha riavuto intonso. Altrettanto incolume ne esce il duca Giulio Grazioli, il padrone di casa di Berlusconi in via del Plebiscito, che ha riavuto i suoi 24 milioni di euro e spicci investiti. Meno bene per il rampollo della storica famiglia romana dei Lancellotti, Massimo, che ha perso 300mila euro.
Come si vede, il portafogli degli investimenti affidati a Paganini Marana riconduceva, perlopiù, a nomi blasonati, o comunque all’aristocrazia del cinema italiano. Più ruspanti i truffati da Lande: una valanga di comici, grazie alla nutrita rappresentanza della famiglia Guzzanti. Sabina, aveva investito 537mila euro (ma dice che ne ha persi «solo» 150mila, si può consolare). La sorella Caterina, 88.121 euro. Il papà Paolo, circa 300mila euro. Ma c’erano dentro anche la nonna e i cugini: le famiglie italiane, si sa, sono molto unite. Così c’è Samantha De Grenet, 260mila euro, con il padre Mario, 322mila euro e il fratello Fabio, 295mila euro. E i fratelli dei Sapore di Sale e delle Vacanze di Natale cinematografiche, Carlo e Enrico Vanzina, rispettivamente con 400mila e 631mila euro. Poi l’ex calciatore Ruggiero Rizzitelli, 4 milioni 895mila, e quindi il nome che fece più clamore quando emerse, il comico e musicista David Riondino, 1 milione 314 mila euro, un uomo che credevamo (noi ma non solo) felice in una dignitosa e spartana esistenza da cabarettista di sinistra, e ti pareva strano che il cabarettista di sinistra non aveva il milione di euro da mettere nelle mani di un falso broker per vederlo lievitare a dismisura.
Poi c’è Francesca De Cecco, sorella del titolare dell’omonimo pastificio abruzzese, 518mila euro. E c’è anche un certo Giovanni Calone, che ha investito la non esigua cifra di 1milione 805mila euro, e non stupisce, perché è il nome anagrafico del cantante e attore Massimo Ranieri. Tutta gente rispettabilissima, acclamata, fortunata, nata con la camicia, eppure, volevano tuffarsi nei dobloni come Zio Paperone. E invece hanno in molti casi sbattuto il muso.