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 2013  novembre 16 Sabato calendario

“LE MIE STATUE DI BRONZO VIVONO GRAZIE A CELLINI”


Tutto comincia creando una scultura in creta e da essa un calco in gesso “in negativo”. «Lo riempiamo di cera — spiega Alessandro Valentini — ottenendo un’altra scultura uguale a quella iniziale su cui lavoriamo di fino con dettagli e arricchimenti. Finché la immergiamo in un nuovo calco, stavolta con un buco, e la riscaldiamo fino a 700 gradi». La cera si liquefa ed esce. «Resta una cavità nel blocco di gesso: coliamo il metallo, e quando si raffredda smantelliamo il gesso. Infine col cesello perfezioniamo l’opera». È la tecnica della “cera persa” inventata a Roma da Benvenuto Cellini nel ‘500, usata ancora oggi da un numero ristrettissimo di artigiani. «Saremo trequattro, e uno è mio padre nel suo laboratorio di via Brunetti», sorride Alessandro, classe 1976, che nel 2012 ha aperto la sua bottega nel rione Monti. Restaura gli angoli in metallo dei mobili antichi, i lampadari, i fregi, statue e statuette. Ne produce anche, sempre con disegno antico «ma dicendolo, che sono fatti oggi», precisa.
Si chiama “bronzista” perché questo, insieme
all’ottone, è il metallo che usa di più. «Ora faccio anche il gioielliere perché con la crisi il lavoro è diminuito e mi sono messo a fabbricare ornamenti, bracciali, collane per Giambattista Valli, couturier a Parigi. Sempre con la tecnica della cera persa, «che non s’impara sui libri ma viene tramandata da una generazione all’altra. I disegni sono dell’architetto Luigi Scialanga». Non c’è paura di contaminazione nelle parole di Alessandro, orgoglioso di essere portatore di un’antichissima tradizione. «A differenza di mio padre, ho delle vetrine sulla strada dove espongo gli oggetti che creo. Li trovo sui libri d’arte, sugli affreschi delle chiese, in illustrazioni antiche. Riprodurli è una vera sfida».