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 2013  novembre 15 Venerdì calendario

BORSE E SPREAD SCOMMETTONO SU UN RINVIO DEL «TAPERING»


«Il piano di acquisti di bond non durerà per sempre» ha tenuto a chiarire Janet Yellen, governatore in pectore della banca centrale americana. Ma la sua graduale riduzione, prospettata mesi orsono dal presidente in scadenza Ben Bernanke, non è dietro l’angolo e, finché l’economia americana non avrà consolidato la sua fase di ripresa, gli stimoli non potranno essere ritirati. Questo è il succo del discorso pronunciato dal prossimo governatore della maggiore banca centrale al mondo nella sua prima uscita pubblica in audizione al Senato americano. Ed è un messaggio rassicurante per i mercati che a questa liquidità si sono abituati, per non dire assuefatti.
Borse in netto rialzo
Il testo del discorso - diffuso già nella serata di mercoledì - conferma l’immagine di "colomba" del prossimo numero uno della Fed e allontana i timori di un possibile "tapering" già al direttivo di dicembre, ipotesi prospettata nei giorni scorsi da Dennis Lockart, presidente della Fed di Atlanta. Non può che essere positiva quindi la reazione dei mercati. A partire dall’Asia con l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo che mette a segno un rialzo del 2,12% per proseguire in Europa. Dopo due sedute di ribassi l’indice europeo Stoxx600 ha recuperato così lo 0,82% trainato soprattutto da Francoforte (+1,05%) e Parigi (+1,04%) mentre per Piazza Affari deve accontentarsi di un rialzo contenuto dello 0,11 per cento. Una performance positiva in un quadro decisamente negativo sul fronte macreoconomico. Almeno a giudicare dai dati sul Pil dell’area euro che, nel terzo trimestre, ha registrato un incremento deludente dello 0,1 rispetto ai tre mesi precedenti.
L’Italia aggancia la Spagna
La prospettiva di tempi più lunghi per il "tapering", cioè la riduzione degli stimoli monetari, ha un impatto notevole sul mercato obbligazionario. Come già avvenuto nei mesi scorsi sono i tassi dei Treasury americani a dettare la linea. Ieri c’è stato il calo più marcato da tre settimane per il rendimento Usa a 10 anni, che nei giorni scorsi aveva rivisto quota 2,8% e che ieri è piombato ad un minimo di seduta del 2,68 per cento. A rimorchio si sono mossi tutti i principali titoli di Stato europei. Sia quelli dei Paesi "core" come Germania e Francia, che quelli periferici come Spagna e Italia. Particolarmente marcato il movimento dei BTp a 10 anni il cui rendimento è sceso dal 4,11 al 4,05% e ha agganciato così quello dei Bonos spagnoli. A fine seduta lo spread con il Bund tedesco si è attestato così allo stesso livello: 235 punti.
Euro debole
Sul fronte valutario infine si conferma la fase di debolezza dell’euro che ieri ha toccato un minimo di seduta a 1,3419 sul dollaro. Le quotazioni sono influenzate in parte dai dati sulla crescita peggiori delle attese in parte ancora dalle dichiarazioni del banchiere centrale Peter Praet che in un’intervista al Wall Street Journal di mercoledì aveva apertamente accennato all’ipotesi di introdurre tassi negativi sui depositi per stimolare l’economia. Nessuna particolare reazione alle parole della Yellen per il dollaro americano che si è mantenuto in leggero rialzo rispetto a tutte le sue maggiori controparti.
@24finanza