Aldo Grasso, Corriere della Sera 15/11/2013, 15 novembre 2013
LA DOPPIA PALOMBELLI E LE STORIE PETTINATE
Non ho dubbi, ci sono in giro due distinte signore che si fanno chiamare Barbara Palombelli. Una è vera, l’altra è un fake. Difficile distinguerle. Una scrive sul Foglio e si misura con il grande giornalismo, impartisce lezioni, snocciola ricordi personali di quando era inviata per grandi testate, ha sempre un libro in mano e perciò dà del tu a intellettuali emeriti con cui disquisisce di alta editoria, pensa che l’attuale crisi dei gior- nali in parte sia dovuta alla sua assenza e in parte ai manager che considerano i pezzi scritti dalle grandi firme «come fossero scatolette al supermercato».
L’altra Barbara conduce «Forum», al mattino su Canale 5. È molto più spregiudicata della prima: tratta temi pruriginosi, si accompagna a Maretta Scoca e Nino Marazzita, sollecita lo scontro fra i litiganti, si commuove o si diverte a risolvere controversie, questioni condominiali, sinistri stradali, problematiche familiari. Però dice sempre: «in questa trasmissione non si dicono parolacce». Chiamata da Mediaset aveva dichiarato: «”Forum” è lo specchio del Paese, la pancia degli italiani: un concentrato di rabbia, emozioni, storie. Sono veramente entusiasta di affrontare questa sfida». Perché una delle due mente? Barbara A (la grande giornalista) non permetterebbe mai a Barbara B (la conduttrice) di spacciare come «vere» storie che sono «pettinate» dagli autori e spesso interpretate da figuranti. Basterebbe una didascalia per avvertire lo spettatore e non creare equivoci.
Forse ha ragione Roberto D’Agostino, quando si dice affetto da palombellismo: «È la mia ideologia politica, il cinismo romano (perché escludere, quando si può aggiungere?), l’andreottismo letta-letta (tra destra e sinistra, meglio il centrotavola), la convinzione che qualsiasi problema si può risolvere attovagliati al Bolognese». L’una Barbara non esclude l’altra.