la Repubblica 15/11/2013, 15 novembre 2013
TRADURLO? DIREI DI NO – [CESARE CASES SU WALTER BENJAMIN]
C’è dentro di tutto, perfino le parabole talmudiche, con minore rigore che in altri mandarini tedeschi a noi noti (...), ma con maggiore talento espositivo e capacità di amalgamare, e senza i pasticci di Bloch. Mi sembra che la parte migliore sia proprio quella giornalistica: i saggi su Kafka, Brecht, Kraus, Wieland, Jean Paul ecc. sono bellissimi. Invece l’Ursprung des deutschen Trauerspiels, interessante come documento di un platonismo di sinistra ispirato a Lukács ma anche ai neokantiani (...), è un compromesso tra questa impostazione filosofica alla Theorie des Romans e il desiderio di fare un lavoro “scientifico” a scopo accademico. Dato il ristretto interesse dell’argomento (...) penso che non si debba tradurre. (...) Certo che se lo avessi scoperto dieci anni fa sarei andato in brodo di giuggiole. Ma anche ora mi è giunto gradito in mezzo a tante letture inutili.
(Angelus Novus, 8 febbraio 1956)