la Repubblica 15/11/2013, 15 novembre 2013
IL LINGUAGGIO? STONATO – [CESARE PAVESE SU ITALO CALVINO]
Racconto non di personaggi, ma di avventure. Un ragazzo fratello di puttana scopre il mondo bestiale dell’amore e ferino della guerra e va coi partigiani, e cerca, in sostanza, la purezza, il gioco, la carità dei grandi. Grande stonatura il capitolo del commissario Kim che ragiona del distaccamento di carogne dov’è il ragazzo. Si rompe l’angolo di visuale del ragazzo, e quello di Kim commissario non è ingranato nell’avventura, è un’esigenza intellettualistica. Inoltre sovente il mondo del ragazzo è rotto da evocazioni che sanno di sintesi lirica adulta (...). Non che la familiarità del ragazzo con donne, brutture, guerra ecc. sia stonato: è stonato il linguaggio che la esprime. (...) Bella la favola dei nidi di ragno. Piena di vita sobria e fantastica la lingua che costruisce questo mondo di brutture e malizia e giochi. È senza dubbio il primo racconto che a mio parere faccia poesia dell’esperienza partigiana...
(Il sentiero dei nidi di ragno, 23 gennaio 1947)