Andrea Montanari, Milano Finanza 15/11/2013, 15 novembre 2013
MONDADORI RESTA A PALAZZO NIEMEYER
Il cambio di strategia, che contempla la revisione organizzativa, il taglio dei costi (40 milioni a fine 2013 e altri 60 nel 2014) e il focus sul digitale, impostato dall’ad Ernesto Mauri inizia a dare frutti nei conti di Mondadori.
Ma il gruppo editoriale, che risente più della concorrenza che del calo della raccolta pubblicitaria, chiude i nove mesi con dati in forte contrazione anche per il drastico intervento strutturale e gli ammortamenti a esso collegati. Tanto che ieri il titolo in borsa ha perso il 7,4%. Mondadori ha chiuso i nove mesi con un fatturato di 931,2 milioni (-9,5% rispetto al 30 settembre 2012), un ebitda al netto degli oneri di ristrutturazione positivo per 36,2 milioni (-33,5%), valore che scende a 8,9 milioni (-85,9%) dopo i fattori non ricorrenti, un ebit negativo per 9,6 milioni (a fronte di un dato positivo di 44,8 milioni) e una perdita di 32,3 milioni che si confronta con il saldo positivo di 16,3 milioni di un anno prima. Il cash flow è stato negativo per 13,8 milioni, mentre il debito è salito da 346 a 376,9 milioni.
Analizzando le singole attività editoriali, emerge che il business che regge è quello della divisione Libri (Mondadori è leader di mercato con una quota del 26,8%); nonostante la crisi del comparto a livello nazionale, il gruppo ha registrato ricavi per 234,2 milioni (-10,6%).
Ha sofferto invece la Periodici Italia che, a fronte di un calo della raccolta pubblicitaria su scala nazionale del 24,3%, ha perso il 26,3%. E sul fronte delle diffusioni il saldo è negativo del 9,9%. Così il giro d’affari dell’area è calato a 253,1 milioni (-14,2%). Mentre sul fronte del digitale i siti delle testate hanno registrato una crescita del 6,2%.
Meglio ha fatto la Periodici Francia, da sempre asset trainante per Segrate. Il fatturato è calato a 262,9 milioni (-7,6%) con ricavi pubblicitari in flessione dell’11,1%. Il network di testate internazionali che fa perno sul settimanale Grazia ha visto crescere il volume d’affari del 6,3%. La concessionaria di pubblicità, dalla quale è uscito il responsabile Angelo Sajeva, sostituito da Paolo Salvaderi, ha registrato una raccolta di 105,1 milioni (-18,6%), un calo peggiore della media di mercato (14,6%). Per questo ieri è stato annunciato il progetto di integrazione commerciale con Mediamond, jv tra Mondadori e Mediaset, per definire un’offerta unica di carta stampata, web e radio.
Quanto al business Retail (Mondadori ha una rete di 565 punti vendita, dopo averne chiusi finora 32), i ricavi sono stati di 153,4 milioni (-3%). Per questa attività si sta studiando un riposizionamento di mercato con l’arrivo del nuovo management. Male anche le attività radiofoniche relative all’emittente R101: 8,9 milioni i ricavi (-13,6%). Mondadori però in questi ultimi mesi ha rilevato la gestione della raccolta pubblicitaria per altre radio nazionali e locali e potrebbe essere interessata alla quota (44,5%) di Rcs nel Gruppo Finelco (Rmc, R105 e Virgin Radio) se il gruppo di via Rizzoli la metterà in vendita. Dal punto di vista finanziario, come anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso luglio, il gruppo presieduto da Marina Berlusconi ha ristrutturato l’esposizione debitoria per un ammontare complessivo di 570 milioni. Sono state rinegoziate linee per 300 milioni (con Intesa Sanpaolo e Mediobanca) ed è stato firmato un nuovo contratto di finanziamento per 270 milioni.
Nonostante il forte impegno del management nel ristrutturare e rilanciare l’azienda, per il 2013 «permane un contesto di mercato che non presenta ancora segnali di miglioramento», così viene confermato l’obiettivo di un mol «sostanzialmente inferiore» a quello del 2012, che era stato di 66,5 milioni. Mentre il 2014 sarà l’anno della ripartenza e nelle previsioni dei manager nel 2015 e nel 2016 tutti i business torneranno in utile.
Ieri infine è stato rinnovato con un forte sconto il contratto d’affitto (6 anni) con le Generali per Palazzo Niemeyer. L’obiettivo di Mauri è abbandonare altri edifici a Milano e concentrare quante più risorse possibili a Segrate: con i nuovi tagli in arrivo (100 unità) ci sarà spazio per 200-250 dipendenti.