Samanta Trancanelli, Il Tempo 15/11/2013, 15 novembre 2013
LE POLIZZE SCADUTE BARATTATE PER SOLDI NEI COMPRO ORO
A Roma delle sette agenzie di credito su pegno gestite da Unicredit, quella a piazza del Monte di Pietà è il più antico. Proprio di fronte al Monte, si affacciano diversi negozi compro oro, un’attività che soprattutto negli ultimi anni ha registrato un forte aumento. Da via dei Pettinari a via dell’Arco del Monte, fino ad arrivare sulla piazza, ce ne sono davvero tanti. Tutti si caratterizzano più o meno dalla dicitura sull’insegna «Disimpegno polizze gratuitamente», «Permute e massima valutazione» e altre scritte ammiccanti. Solo l’8% dei beni va all’asta come dato, ma osservando con attenzione e basta guardare fuori dal Monte, per capire al primo colpo d’occhio che fine faccia una buona parte dei beni riscattati. In tempo di crisi, dunque, è boom del fenomeno, le vetrine con l’insegna compro oro sono spuntate a ritmo sempre più rapido negli ultimi due anni. Più di un italiano su quattro, nel 2013, si stima che abbia bussato almeno una volta alle porte di un compro oro per vendere un bracciale, un paio d’orecchini o un anello, per «barattare» insomma oro o argento in cambio di denaro contante. Secondo il Rapporto Italia» dell’Eurispes, nei primi sei mesi dell’anno il fenomeno ha coinvolto il 28, 1% (circa 15 milioni di persone, ndr) dei cittadini, mentre nel 2012 non si era andati oltre l’8, 5%. Il volume d’affari è di almeno 14 miliardi di euro e tra le categorie più interessate, i soggetti in cerca di una prima occupazione( 42, 6%) e di un nuovo lavoro (36, 9%). Pochi, invece, i pensionati, solo il 20, 5%. Dietro questo fenomeno vistoso, sicuramente la recessione che ha cancellato lavoro e redditi, ma è da evidenziare anche come sia cambiato negli anni il rapporto stretto degli italiani, in particolare dei più giovani, con gli oggetti in oro, magari lasciati dai nonni ai propri nipoti, che diventano spesso un’opportunità per realizzare contanti per altri acquisti o per esigenze di vita quotidiana. Rivolgersi al compro oro oggi non è più una vergogna, anzi, si ricorre sì per vendere monili non più usati, ma anche per fare «l’affare». In tutta Italia i compro oro sono più di 28.000, la maggior parte a Roma, Napoli e in Sicilia. Tra gennaio ed agosto, la Finanza ha sequestrato 179 chili d’oro: l’86% in più rispetto al 2012, in una serie di segnalazioni che ha fatto registrare 86 denunce per traffico di metalli preziosi, 52 sfociate in arresto. Inoltre, secondo la polizia, quasi il 60% dei compro oro è dedito ad attività illecite, che vanno dall’evasione fiscale alla ricettazione, al riciclaggio. Molti di questi negozi, poi, aprono e chiudono nel corso di pochi mesi, perché l’assenza di una normativa ben articolata permette a chiunque di diventare, in poco tempo, titolare di un compro oro. Secondo la polizia, le operazioni illegali compiute vanno ad alimentare un giro d’affari di oltre 7 miliardi d’euro all’anno per circa 400 tonnellate tra oro e argento.