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 2013  novembre 15 Venerdì calendario

VALLE, LA SIAE BATTE CASSA «NON CI PAGANO DA ANNI»


«A parte il mancato pagamento del diritto d’autore, agli occupanti del Teatro Valle si deve la totale evasione fiscale, il mancato pagamento dei contributi previdenziali Enpals, la totale e assoluta mancanza di qualsivoglia misura di sicurezza per autori, tecnici e spettatori». Ci va giù pesante la società degli editori, i cui vertici si tolgono più di qualche sassolino dalla scarpa.

L’occupazione del Teatro Valle va avanti da giugno 2011 senza che nessuno muova un dito. La Siae è «pronta e disponibile a confrontarsi con tutti su tutto, ma non è disponibile a confrontarsi con chi opera nella totale illegalità e non si comprendono i motivi per cui da tre anni le istituzioni consentono questa «zona franca» di totale illegalità».

La Società italiana autori ed editori risponde così all’iniziativa del Teatro Valle Occupato che ha appena tenuto un incontro dal titolo «Tuteliamo gli autori o la Siae?». «Da 131 anni - rimarca - la Società italiana autori ed editori opera in un regime di piena e totale legalità. In tutti gli altri Paesi del mondo, le società di collecting hanno un monopolio di fatto. La questione del monopolio è quindi una foglia di fico o meglio un alibi per spostare i termini della questione. Da tre anni operano in un regime di totale illegalità».

Altra questione su cui si punta il dito è la manutenzione del teatro. «A tutto ciò si aggiunge lo stato di degrado assoluto di un bene pubblico che appartiene a tutti i cittadini. Questi signori non possono essere interlocutori credibili e fanno tornare alla memoria le parole del Maestro Pasolini sui "figli di papà" di Valle Giulia. Alla Siae aderiscono oltre 100.000 autori ed editori che pagano le tasse e da 131 anni alimentano la cultura del nostro Paese».

Ma c’è anche la questione della concorrenza. «I tanti teatri che a Roma operano in un regime di legalità - fa notare la Siae - hanno dovuto sopportare, in questi anni, una concorrenza sleale tanto da registrare le proteste, cadute nel vuoto, dei tanti artisti che pure in un primo momento li avevano sostenuti: dal Maestro Giorgio Albertazzi ("Chi occupa fa le regole? No, non mi convince") a Marco Lucchesi ("Non capisco come sia tollerata e si tolleri la situazione del Valle"), da Pino Quartullo ("hanno creato là dentro un regime militaresco; fanno scelte arbitrarie a nome di non si sa chi") ad Armando Pugliese ("Chi doveva non è intervenuto per paura di far la figura dei reazionari").

Come al solito la parola passa al Campidoglio.