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 2013  novembre 15 Venerdì calendario

E LA SPD SI SPACCA SUL GOVERNO CON LA MERKEL


«Compagni, vogliamo governare con la Cdu per dare l’impronta della nostra linea all’esecutivo, ma non vogliamo governare a tutti i costi, non accetterò compromessi al ribasso». Con un lungo discorso, il presidente della socialdemocrazia tedesca (Spd, il più antico partito della sinistra europea) Sigmar Gabriel ha aperto oggi a Lipsia, la città-boom dell’Est tedesco, il congresso nazionale. Non è in una posizione invidiabile: ha cercato con ogni mezzo di convincere delegati e base sempre più critici sull’opportunità di concludere un accordo di legislatura con la CduCsu per formare un governo di “grosse Koalition” guidato dalla fortissima cancelliera Angela Merkel. Il risultato del voto per la sua riconferma a numero uno del partito è stato infatti umiliante. Su 573 voti validi ieri pomeriggio, i sì a Gabriel presidente del partito sono stati 478, 18 gli astenuti, e ben 76 i no.
La percentuale della rielezione, 83,6 per cento, segna quasi un minimo storico di seguito per un leader socialdemocratico. E lui ha accettato, ringraziando per la «franchezza sincera del responso». Accetterò solo un buon accordo, non cattivi compromessi, ha detto Gabriel ai delegati. Insistendo soprattutto su punti irrinunciabili per la Spd come l’introduzione di un salario minimo di 8,50 euro orari. L’accordo di governo sarà comunque sottomesso a una specie di referendum di partito: dal 6 al 12 settembre i 470mila iscritti alla Spd saranno chiamati a dire sì o no. Se respingeranno l’accordo con Merkel, allora la prima potenza europea rischierà nuove elezioni, quasi come accadde in Grecia. E una prolungata incertezza politica a Berlino sarebbe disastrosa per i mercati, per l’euro e per l’Europa.
(a.t.)