Augusto Parboni, Il Tempo 15/11/2013, 15 novembre 2013
«SCIALLA GIUDICE, MA CHE VOI SAPE’?» L’INTERROGATORIO DELLA BABY SQUILLO L’INCANDESCENTE BOTTA E RISPOSTA COL PM: «SONO ANDATA SU INTERNET, HO SCRITTO GUADAGNARE SOLDI FACILI, E DA LÌ È STATO TUTTO UN GIOCO
OK?» –
Tutto normale. Nulla di strano, Non c’era problema nel prostituirsi a 14 e 15 anni. «Scialla» ripete più volte una delle due ragazzine che aveva rapporti sessuali con clienti nell’appartamento in viale Parioli, nel quartiere «bene» della Capitale. Un termine usato dagli adolescenti per invitare a stare «tranquilli». Solo che questa parola la giovane l’ha detta al procuratore aggiunto che la stava interrogando sul giro di prostituzione minorile che la vede coinvolta. Dall’interrogatorio del 28 ottobre scorso di una delle due minori emerge come le stesse ragazzine incontravano i clienti e come i «protettori» arrestati gestivano il giro di soldi e droga.
Il pm: «Sia tu sia Angela (nome di fantasia) avete avuto rapporti sessuali con lui?».
Minore: «Si».
Pm: «Vi ha pagato?».
M: «Sì».
Pm: «Quanto?».
M: «Non mi ricordo».
Pm: «Sapeva che eravate minorenni?».
M: «Non lo diciamo che siamo minorenni».
Pm: «Questi rapporti dove li avete avuti?».
M: «Ai Parioli e in albergo».
Pm: «Ma scusa, quando siete andati in albergo tu non hai tirato fuori il documento?».
M: «No».
Pm: «E nessuno te lo ha chiesto?».
M: «No. Perché quando mi trucco sembro più grande. Non è sfruttamento della prostituzione».
Pm: «E cosa è?».
M: «Se lo abbiamo fatto è stata scelta nostra e non è stata una scelta di Mimì».
Pm: «Guadagnare dalla prostituzione di una ragazzina che non ha ancora 15 anni, secondo te, è una cosa lecita?».
M: «Io ho sedici anni ora».
Pm: «E una persona che usa, approfitta, si fa dare soldi porta clienti per incontri sessuali indicibili con una bambina (l’amica ne aveva 14 ndr.) secondo te che fa? Come andare a scopare le strade o fare l’operaio?».
M: «Non è una cosa bella, questo sì...non è una cosa bella».
Pm: «Ma se tu avessi una sorellina di 14 anni...».
M: «Angela è la mia migliore amica. Non è che l’ho costretta».
Pm: «Come è iniziata questa faccenda».
M: «Come un gioco».
Pm: Quando?».
M: «Prima dell’estate».
Pm: «Bel gioco».
M: «Non è un bel gioco».
Pm: «Incontrare uomini sconosciuti che probabilmente prima di venire a fare sesso con te e Angela hanno fatto sesso con le donne lungo la Tiburtina o all’Eur o lungo la Salaria, rapporti sessuali del tipo di quelli che voi dicevate al telefono, è una cosa normale per te a 14 anni o anche a 15? È normale? Tua mamma ti ha insegnato questo? Guarda, se tu pensi che quello che hai fatto e che avete fatto è qualcosa che non dovrebbe essere fatto a 14 o a 15 anni, capisco la tua remora, ma se lo hai fatto convinta che sia una cosa normale, non vedo perché hai difficoltà a dirlo».
M: «Però non è che mi metto qua a dire che cosa facevamo e a quanto. Per me è un problema dirlo».
Pm: «Chi è il signore della foto? Dove lo ha conosciuto?».
M: «Mi ci ha mandato sempre Mimì».
Pm: «Allora...come ti ha mandato?».
M: «Mi ha accompagnato a casa sua, di questo qua».
Pm. «E dove sta?».
M: «Sempre ai Parioli...la via che scende da piazza Pitagora, tutto dritto per piazza Euclide».
Pm: «Cos’è via Archimede?».
M: «Via Siacci mi pare».
Pm. «Quante volte ci sei andata da questo signore?».
M: «Un paio di volte e poi l’ho incontrato una sera che stavo in discoteca e c’ho parlato normalmente».
Pm: «Quale discoteca?».
M: «Sta sull’Olimpica».
Pm.«Chi ha portato Angela a casa di questo signore? Come è arrivata lì».
M: «Con me».
Pm. «E quindi ce l’hai portata tu?».
M: «Sì, con il taxi».
Pm: «E perché».
M: «Me lo ha chiesto lei. Cioè ce l’ho portata perché ho detto "vabbè vieni, che ti devo dire", cioè...».
Pm: «Ma scusa tu andavi da Sbarra per avere un rapporto sessuale con lui?».
M: «Sì».
Pm: «E lei che è venuta a fare?».
M: «Lei è venuta perché io ho detto " vabbè vieni pure te" gli ho fatto "vieni pure te, magari ci vai te" gli ho fatto, perché gli servivano i soldi, non è che l’ho costretta».
Pm: «A lei servivano i soldi?».
M: «Sì».
Pm: «Quando siete arrivate lì con chi ha avuto il rapporto sessuale Sbarra, con lei, con te o con tutte e due?».
M: «Non era un rapporto sessuale, era un mezzo rapporto sessuale».
Pm: «Perché. Dillo chiaramente».
M: (Impubblicabile).
Pm. (Impubblicabile)? Si chiama mezzo?».
M: «Boh...».
Pm: «Se lo dici tu....vabbè non avete avuto un rapporto completo. Allora chi lo ha avuto (impubblicabile)? Sessuale...diciamo comunemente un rapporto...».
M: «Un po’ lei e un po’ io. Io mi ricordo così, poi non lo so cioè...».
Pm: «Ecco lo avete avuto tutte e due?».
M: «Sì».
Pm: «Quando ce l’aveva lei...tu dove eri?».
M: «Là».
Pm: «Eravate nella stessa stanza?».
M: «Sì».
Pm: «Quanti soldi vi ha dato Sbarra?».
M: «Cento o 150».
Pm: «Complessivamente?».
M: «Sì».
Nel corso dell’interrogatorio i pm si concentrano sul ruolo del caporalmaggiore Pizzacalla, abruzzese.
M: «Quel Nunzio che conoscevo non l’ho mai visto in faccia ma pretendeva che io gli davo i soldi».
Pm: «Come comunicava con te? Come facevi a sapere che pretendeva questo?».
M: «Perché praticamente avevamo visto una specie di annuncio...credo...».
Pm:«Dove l’hai visto l’annuncio?».
M: «Su un sito. Così l’ho contattato e non avevo capito all’inizio di cosa di trattava».
Pm: «Ma nell’annuncio che c’era scritto?».
M: «Che potevi guadagnare i soldi facilmente. Poi gli ho dato il mio numero e lui ha cominciato a mandarmi la gente sul numero mio vecchio».
Pm: «Che vuol dire? Che cosa ti manda la gente?».
M: «Non lo so, penso rispondeva alle email e gli dava il mio numero e poi pretendeva che io gli davo il 30% su quello che facevo, ma io non glielo ho mai dato perché non l’ho mai visto».
Pm: «E come fai a sapere che pretendeva? Come avete comunicato?».
M: «Mi chiamava e mi faceva: "Eh, guarda oggi ti mando questo, devi farmi questo, devi fare così e mi devi dare questo, venerdì quando vengo a Roma e mi dai i soldi" e io non mi sono mai presentata».
Pm: «A te viene questa idea di internet, ma come ti organizzi».
M: «Su Google a un certo punto mi è apparso sto coso».
Pm: «Che hai scritto su Google?».
M: «Guadagnare soldi».
Pm: «E che ti è venuto fuori?».
M: «Un sacco di cose e poi è venuto fuori questo, ho mandato una email e da qua si ricollega tutto».
Durante il faccia a faccia con i magistrati, è saltata fuori anche la droga, che le due minori avrebbero acquistato e consumato sia nel corso degli incontri a luci rossse, sia in discoteca il sabato sera. E quando a piazzale Clodio salta fuori la droga la posizione della minore cambia da testimone a indagata.
Pm: «Dove la teneva Mimì questa droga?».
M: «La teneva a casa».
Pm: «A casa sua o nell’appartamento ai Parioli?».
M: «Non la teneva lì, non so dove la teneva».
Pm: «Però ogni volta che la chiedevi era prontamente disponibile, oppure ti diceva "no, aspetta"».
M: «Diceva "devo andare a prendere"».
Pm: «Ma tu ora non saprai che sono gli amici con cui si accompagnava».
M: «Un certo Marco».
Pm: «Che non è Galuzzo però?».
M: «E un’altra volta a San Basilio».
Pm: «Che non Galluzzo?».
M: «No, e un’altra volta a San Basilio».
Pm: «Però un’altra volta è un po’ limititivo».
M: «Una volta a San Basilio e un’altra volta da Marco, un’altra volta non lo so da chi...cioè lui me la portava. Cioè, sinceramente neanche mi interessava».
Pm: «Te la portava a Ponte Milvio».
M: «Sì, una volta con l’amico suo».
Pm: «Con questo Fabrizio?».
M:«No, Marco».
Pm: «Ah, con questo Marco, tu l’hai chiamato?».
M: «Gli ho chiesto "noi stiamo a Ponte Milvio"».
Pm: «Chi ti ha fatto provare la cocaina per la prima volta?».
M: «Non ho intenzione di rispondere».
Pm: «Va bene, hai diritto. Invece quando veniva Galluzzo, che ti portava la droga, lo sai dove la pigliava?».
M: «Monteverde, non so da chi».
Pm: «Da qualcuno noto?».
M: «Dal cugino».