Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara, Il Fatto Quotidiano 15/11/2013, 15 novembre 2013
UGO, IL TESORIERE DI PROFESSIONE
Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds, sotto il baffetto ironico è una sfinge impenetrabile, come le mura etrusche che proteggono il borgo viterbese in cui nasce politicamente. Originario di Tolentino, dov’è nato nel 1947, Sposetti si trasferisce presto con la famiglia a Bassano in Teverina, 1.200 abitanti, in campagna, a 20 chilometri dal capoluogo. Il padre lavora come ruspista nei cantieri stradali, i fratelli terminano gli studi all’università, Ugo, evidentemente destinato alla politica, si ferma al diploma di perito tecnico industriale. Nel 1969 vince il concorso delle Fs e per sette anni lavora nella stazione di Orte. Ben presto però la vera passione avrà il sopravvento. Per chi sente i valori comunisti la zona è l’ideale: nella frazione Frattocchie del Comune di Marino, immersa nel verde dei Castelli Romani, c’è la scuola del partito. In una villa liberty con piscina e parco si formano dagli Anni 50 i futuri dirigenti del Pci grazie a professori quali Renzo de Felice, Alberto Caracciolo, Giuseppe Chiarante, Enrico Berlinguer. In qualità di tesoriere dei Ds sarà proprio Sposetti, alla vigilia della fusione con la Margherita e 16 anni dopo la chiusura della scuola nel 1991, a mettere in vendita il complesso immobiliare per ridurre i debiti del partito.
Nel 1971 il Partito comunista affida a Sposetti e alla futura moglie Angela Giovagnoli, poco piu che ventenni, le redini della federazione di Viterbo. La città è da sempre autonomista e conservatrice, con una presenza significativa di postfascisti e punte di nostalgia monarchica tra le famiglie eredi di nobili e latifondisti. Risulta forte anche l’influenza della Chiesa, che qui ospitò i papi dal 1261 al 1281 prima della fuga ad Avignone. (...) A casa Sposetti è la consorte, Angela Giovagnoli, a candidarsi per prima in Parlamento nel 1976, anno che vede l’elezione del marito a segretario della federazione di Viterbo.
LA DEPUTATA Giovagnoli si occupa di vari settori, dalla scuola alla sanità, dagli asili alla lotta antinuclearista che blocca la centrale atomica a Montalto. Dall’addio parlamentare, nel 1987, percepisce un assegno vitalizio netto di 4.277 euro e moltiplica l’impegno nel volontariato, nel consiglio direttivo dell’associazione viterbese per la cremazione. Nel frattempo il marito scala le vette della Provincia, diventando nel 1978 presidente della giunta rossa che due anni prima, con l’avvocato Marcello Polacchi, era subentrata al presidente democristiano Claudio Bevignani. È il periodo di costante ascesa del Pci, eccetto lo stop alle Amministrative del 14 maggio, sei giorni dopo il ritrovamento del cadavere del presidente Dc Aldo Moro, ucciso dalle BR. Alla Provincia di Viterbo il centrosinistra si conferma nel 1983 col nuovo presidente Antonio Delle Monache. Sposetti si accomoda nella posizione di vice e alla guida del Centro Merci Spa, una delle prime società italiane a capitale misto (56% pubblico, 44 privato) sorta per realizzare l’Interporto di Orte, snodo per trasporto su gomma e rotaia.
Il progetto, finanziato da ministero delle Infrastrutture e Regione, intende favorire lo scambio delle merci tra Perugia, Terni e Roma, anche in considerazione del progetto della Ferrovia dei due mari tra Civitavecchia e Civitanova. Entrambi i progetti abortiscono. Assegnati gli appalti solo nel 2004, i lavori dell’Interporto proseguono a singhiozzo: i capannoni per le merci, il raddoppio del ponte con strada a fianco della ferrovia e gli uffici non sono ancora terminati. Sposetti non sarà mai coinvolto in inchieste della magistratura, nemmeno negli scandali che travolgono la Provincia di Viterbo. Nel novembre del 1991, prima che a Milano divampi Tangentopoli, una soffiata anonima alla Procura laziale segnala il pagamento di mazzette pari al 10% degli incassi della discarica di Tarquinia per i rifiuti viterbesi.
L’inchiesta decapita i maggiorenti del Psi locale, che governa col Pentapartito. Nel 1991 vengono a galla altre vicende senza rilievo penale su sprechi delle amministrazioni provinciali che portano la Corte dei conti a condannare i presidenti Sposetti e Delle Monache per l’appalto dei lavori per la costruzione delle piscine di Capranica e Valentano, affidato alla azienda Cogiva di Caprarola nel dicembre del 1980.
LA DITTA aveva incamerato il denaro senza terminare i lavori ed era in seguito fallita, ma il ritardo della delibera di recessione dal contratto aveva impedito alla Provincia di inserirsi nella procedura di fallimento. Il “baffetto viterbese” nel frattempo ha assunto un ruolo fondamentale in Parlamento dopo la prima elezione al Senato nel 1987, anno che segna una sorta di staffetta familiare con il pensionamento della moglie deputata. Sposetti è un punto di riferimento per i compagni della segreteria e in aula come membro delle Commissioni bilancio e vigilanza sul debito pubblico, che cresce a dismisura con Dc e Psi. Nel 1995 ripiega in provincia, dopo essere stato eletto e poi riconfermato sindaco di Bassano in Teverina. Contemporaneamente Sposetti “studia” presso un professore d’eccezione, il ministro delle Finanze Vincenzo Visco, che lo inserisce dal 1996 al 2001 nella segreteria tecnica. Finito il rodaggio, il neosegretario dei Ds Piero Fassino nomina il sindaco di Bassano responsabile della tesoreria del partito. Nella sua nuova veste Sposetti si impegna subito per l’approvazione, arrivata nel 2002, del-l’aumento del rimborso elettorale ai partiti, per contrastare lo strapotere di Berlusconi: “Forza Italia spendeva l’iradiddio, comprava tutti gli spazi, non c’era più partita. Eravamo una democrazia sudamericana, non europea. Ho convinto i tesorieri di Forza Italia e Lega (…). Dall’approvazione di quella legge in poi abbiamo vinto sempre fino al 2008. (…) Ha cambiato la partita. Ha sottratto il potere ai miliardari e ai poteri forti”.