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 2013  novembre 15 Venerdì calendario

ZALONE SOTTO ASSEDIO “CHECCO DACCI UN MILIONE”


Il coro dei fan è unanime: «Zalone, dacci un milione». Per questo, appena appare sul palcoscenico del Festival il divo del momento fa una precisazione: «I soldi vanno al distributore del film, al produttore, e agli esercenti delle sale cinematografiche. Io ho preso 1700 euro». Dichiarazione improvvida, siamo a Roma, e una signora dal pubblico, prontissima ribatte: «Sè, al secondo!». L’uomo d’oro del cinema italiano, Luca Medici, in arte Checco Zalone, conversa con il critico Marco Giusti in una sala stracolma di appassionati di tutte le età. Ogni tanto intona uno dei suoi brani, per esempio la samba «molto malinconica» sulla ragazza brasiliana sprovvista di lato B, oppure la canzone «Otra sessuità», dedicata agli omosessuali: «Volevo partecipare al Festival di Sanremo, mi sono presentato con il “Frociadil 300 forte”, un farmaco che faceva passare l’omosessualità.... non mi hanno voluto».
È vero che ha detto di no a Bruno Vespa che la voleva a «Porta a porta»?
«Sì, mi hanno chiamato tutti e io ho sempre rifiutato gli inviti. Non voglio andare in televisione, troppa visibilità, non ce la faccio più a vedere me stesso...».
Se ne starà per un po’ nel suo paese, a Capurso, come ha dichiarato?
«Sì, mi chiuderò lì almeno per due anni, mi riposo, sto a casa, vedo la mia bambina».
Non ha mai pensato di trasferirsi a Roma?
«No, a Roma è tutto un po’ falsato, qui bisogna venire solo ogni tanto, godere della grande bellezza e poi andare via».
Lei ha detto che gran parte della sua ispirazione proviene dalla vita personale. Per esempio?
«Il personaggio che compra tutto a rate viene da certi stipendiati che conosco, hanno l’Audi con il mutuo a 27 anni.. e poi le zie tirchie, le mie lo sono davvero».
Qual è il suo comico preferito?
«Beppe Grillo, lo trovo straordinario... no, la verità è che io aspiro a Sordi, il più grande attore italiano, inarrivabile. Devo fingere umiltà, ma dentro ho un ego enorme, quindi mi riferisco a lui. Mi piace anche Troisi, ma Sordi di più».
E tra gli stranieri?
«Ben Stiller, ma soprattutto Sacha Baron Cohen, è capace di toccare livelli di scorrettezza politica inaccettabili, ho amato soprattutto Borat e Bruno».
«Sole a catinelle» parla dell’Italia di oggi, è un film politico?
«No, non è un film fatto per dare spiegazioni. E poi perchè un film dovrebbe parlare della crisi? La conosciamo tutti, a che serve raccontarla? E comunque nella vita io sono a-politico. Anche se Berlusconi mi piace tantissimo, è simpatico, e sicuramente starebbe molto meglio di me qui, a fare interviste».
In «Sole a catinelle» Checco Zalone entra nel mondo dei ricchi. Che impressione ne ricava?
«È un mondo fantastico, consiglio a tutti di essere ricchi, incontri gente molto più bella dei poveri..».
C’è chi si lamenta perchè i guadagni del suo film non serviranno a dare ossigeno al cinema italiano. Lei che ne pensa?
«Non lo so, però i miei film provocano anche un indotto, guadagnano pure le pizzerie vicine ai cinema dove vengono proiettati e perfino la pirateria. Se una copia piratata viene male, vanno subito a comprare il dvd».
[F. C.]