Gaia Cesare, Il Giornale 15/11/2013, 15 novembre 2013
CARLO IN PENSIONE PRIMA DI INIZIARE A LAVORARE
Con un reddito personale di 19 milioni di sterline (quasi 23 milioni di euro), uno staff di centoventi persone a sua disposizione, una suite da 600 euro a notte in cui svegliarsi nel giorno del suo compleanno, a Kerala, India, dov’era ieri in visita ufficiale nel resort definito «l’unico paradiso al mondo», con i sondaggi che dopo un decennio lo vedono di nuovo popolare tra i sudditi di Sua Maestà, il principe Carlo dovrebbe essere oggi uno degli uomini più felici della terra. Eppure, a distanza di 61 anni da quando sua madre Elisabetta II divenne regina e lui dunque l’erede al trono d’Inghilterra, il primogenito di Sua Maestà è ormai per tutti l’uomo che da più tempo attende la corona nella storia del Regno Unito. A settembre ha battuto il record di Guglielmo IV, che prese in mano lo scettro nel 1830, con i suoi 64 anni, dieci mesi e tre giorni sulle spalle. Carlo rischia di averne parecchi di più quando sua madre uscirà di scena e se la regina non dovesse decidere di abdicare in vita- come molti credono- per rispettare in pieno la tradizione di una monarchia ereditaria e per il suo modo di interpretare il ruolo: il trono come una chiamata per la vita ordinata da Dio. Così il compleanno che Carlo ha festeggiato ieri - 65 anni compiuti nello sfarzo, tra collane di fiori e una spa ayurvedica a disposizione prima di volare per lo Sri Lanka, dove presiede per la prima volta, al posto di Elisabetta II, il vertice del Commonwealth - è ormai la festa di un pensionato d’oro che attende coi capelli bianchi e il suo nuovo ruolo da nonno quel trono che non arriva mai. D’altra parte in pensione il principe di Galles da oggi va davvero. E non si è fatto sfuggire la possibilità di chiedere il contributo statale non superiore a 110,15 sterline (la minima) che gli spetta dopo aver servito la Royal Navy per cinque anni e aver poi versato i contributi volontari. Il tutto sarà devoluto in beneficenza. Ma anche questo fa dell’erede di Casa Windsor un paradosso vivente: l’uomo in attesa di cominciare il lavoro della vita è lo stesso che da oggi è in età per lasciare il lavoro (mai compiuto) della vita.
Ma si sa, il destino dei principi non è quella dei commoner . E Carlo aspetta e spera, fiducioso che il tempo possa rendergli giustizia, mentre cerca già da ora di ritagliarsi un ruolo da re che entri nella storia. Perché che lo faccia con intenzione o per pura passione, il principe si è trasformato in questi anni in una sorta di guru ambientalista, appassionato di medicina alternativa, seriamente preoccupato e impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici e oggi il principale collettore di fondi per beneficenza del mondo, in grado di raccogliere fra i 140 e i 180 milioni di euro l’anno grazie alle sue ramificate conoscenze e alla sua influenza.
Dimenticate dunque le barzellette sulle sue orecchie o sui suoi matrimoni. Dalla fine degli Anni Novanta - quando la sua popolarità scese ai minimi termini dopo la morte di Diana- il principe ha risalito lentamente ma finalmente la china. Carlo si è dimostrato un padre che ha saputo tenere solido il rapporto coi figli, è riuscito alla fine a far digerire ai sudditi il matrimonio con Camilla (che ieri ha rilasciato la prima intervista dal 2005, anno delle nozze, raccontando di come lui sia un lavoratore indefesso) e vuole ora dall’alto delle sue possibilità fare qualcosa per cambiare il mondo. In molti oggi gli riconoscono di essere stato un apripista, non solo perché fu il primo, 40 anni fa, a parlare di cibo biologico (oggi la sua azienda, la Duchy of Cornwall, specializzata in prodotti non trattati, è un megabusiness) ma anche perché fu il primo a sopportare gli ultimi cambiamenti della vita di Corte: il primo ad andare a scuola e a finire sotto i fucili mediatici. È forse per questo che i sondaggi cominciano a regalargli qualche soddisfazione.L’ultimo dice che il 50 per cento dei britannici pensa che sarebbe un buon re, il 13% in più rispetto a un anno fa. E al momento solo il 35% ritiene che Carlo dovrebbe rinunciare al trono in favore di William, la cifra più bassa registrata dal 2001.
Resta il problema dei privilegi (è emerso che la sua azienda paga meno tasse dei suoi stessi dipendenti) e quello delle ingerenze negli affari di palazzo: in questa legislatura il principe ha già incontrato almeno 36 volte ministri di gabinetto e da anni scrive lettere ai governi (nell’ 87 oltre mille) che spaziano dal tema a lui carissimo, l’architettura, ai diritti in Sudafrica. L’ex premier Blair pare fosse esasperato dai suoi tentativi di «far politica ». E qualcuno teme che si passi dall’attuale corregenza con Elisabetta II alla futura ingerenza con Downing Street.