Mattia Feltri, La Stampa 15/11/2013, 15 novembre 2013
LA COLOMBA IL FALCHETTO E IL PAPPAGALLO ALLA RESA DEI CONTI
A un solo giorno dal Consiglio nazionale del Pdl, da qualche uscita laterale del partito spunta un nuovo protagonista che non si presenta come un missionario dell’armonia. È Luca Zappacosta, 19 anni, uno dei falchetti invitati l’altra sera a cena da Silvio Berlusconi. Ieri, alla Zanzara (Radio24), ha illustrato i suoi postulati ideologici. Intanto si definisce «santanchiano», ed è già un indizio. Quindi elenca: 1) «Napolitano legittimò le stragi dei comunisti», 2) Angelino Alfano è «il Giuda per definizione», 3) Roberto Formigoni «è un plurinquisito», 4) Gaetano Quagliariello è «una persona comica».
Prima ancora di apprendere così nel dettaglio le basi della dottrina politica della frasca leva, uno della leva più datata, Fabrizio Cicchitto, si era concesso qualche franca valutazione. Ecco qua: «demagogia più sfrenata», «iniziative spericolate o vanesie», «un paio di autentici giovinastri», «insulti da trivio», «linguaggio da suburra», «pappagalli ammaestrati». Tutto questo succede, nell’analisi di Cicchitto, perché si è spalancato il Pdl non a «imprenditori e artigiani», «soggetti seri e reali», ma a «pittoreschi personaggi che poi danno vita a cosiddette brigate, eserciti di salvezza e di perdizione, con conseguenti esercitazioni giullaresche, ovviamente fondate su insulti e minacce contro coloro che vengono ritenuti i nemici di questo cosiddetto popolo tanto autoreferenziale quanto lillipuzziano». Ognuno deciderà chi, fra Cicchitto e Zappacosta, abbia prevalso sull’altro. Di certo c’è che il pozzo è tutto fuorché prosciugato.