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 2013  novembre 15 Venerdì calendario

COME UN CITTADINO COMUNE NEL TRAFFICO DELLA CAPITALE


A segnare la visita del Papa al Quirinale sono state l’evidente simpatia di Napolitano nei suoi confronti insieme allo stile di Francesco che ha ridotto all’osso il cerimoniale. Bergoglio, a bordo della sua Ford Focus blu con i finestrini sempre abbassati per eventuali saluti ai passanti, si è immesso sulle vie di Roma come un automobilista qualsiasi. Il traffico non è stato bloccato, e così l’utilitaria pontificia, senza le bandierine d’ordinanza, ha percorso un tratto di strada a fianco di un autobus turistico i cui passeggeri si son trovati Francesco quasi a portata di mano. Eliminati anche i corazzieri a cavallo, che prendevano in consegna l’auto papale per accompagnarla fin dentro al Quirinale.
Il Papa è arrivato come un semplice vescovo, non come un capo di Stato. Era vestito di bianco, senza la mozzetta rossa e la stola, ma questa non è affatto una novità dopo i primi otto mesi di pontificato. Nonostante l’ufficialità degli onori militari e degli inni, Francesco ha cominciato subito a conversare con il Presidente, che ha provveduto a spiegargli chi sono i corazzieri. Per evitare la processione di macchine e le precedenze di arrivi e «sbarchi», il seguito papale era arrivato al Quirinale in anticipo e senza dare nell’occhio.
Nel suo accorato discorso, Napolitano ha mostrato di apprezzare lo stile del Papa, la sua capacità di dialogo, la sua vicinanza alle persone. E in un passaggio è sembrato quasi dire: la politica italiana avvelenata da un clima destabilizzante, dovrebbe imparare da lei!
Il presidente ha fatto di tutto perché il clima risultasse più sincero e familiare possibile: «Non vorrei che la solennità formale di questa cerimonia - ha detto nel suo saluto - appannasse i sentimenti di genuino affetto che la sua figura ha suscitato». Una conferma di questo si è avuta quando Francesco, prima di prendere la parola, si è alzato e ha ringraziato Napolitano per quanto aveva appena detto: «Grazie per la generosità!», gli ha sussurrato. «Convinta...», ha replicato sorridente il Capo dello Stato. Ribadendo ancora una volta che non si trattava di apprezzamenti di circostanza.
Il Presidente stesso, insieme al nuovo Ordinario militare, il vescovo Santo Marcianò, al momento dello scambio dei doni, ha voluto poi illustrare al Papa il Codex Purpureus Rossanensis, preziosissimo codice miniato del VI secolo proveniente dalla Calabria attualmente in restauro a Roma. Il Quirinale vuole che venga dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Un altro tocco di novità è stato rappresentato dagli ospiti che hanno assistito all’incontro tra il Papa e il Presidente: interpretando le priorità di Francesco, il Colle ha invitato, oltre a esponenti del mondo della cultura, anche persone impegnate nel volontariato.
Del tutto inedito, infine, è stato l’incontro del Papa con i dipendenti del Quirinale e le loro famiglie. Davanti ai bambini seduti per terra davanti a lui, il Papa si è sciolto, ha ricordato che dietro ogni funzione pubblica c’è sempre la famiglia e ha chiesto ai suoi piccolo interlocutori: «Pregate per me, perché ne ho bisogno!».