Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 15 Venerdì calendario

SULLA SCISSIONE INCOMBE LA GRANA DEI

DEBITI PDL –

Prendersi il Pdl? Un pessimo affare, almeno dal punto di vista finanziario. «Se qualcuno pensa di scalare il partito fa male di con­to - avverte Maurizio Bianconi, deputato e tesoriere del partito berlusconiano - gli conviene far­sene uno nuovo». C’è anche l’aspetto patrimoniale nei ragio­namenti pre Consiglio nazionale del Pdl. Se la strada è una scissio­ne traumatica tra una Forza Italia più movimentista, con Berlusco­ni leader, e un Pdl governista, gui­dato dalle colombe, ai secessioni­sti servirà un ottimo commerciali­sta. A un Pdl deberlusconizzato ri­marrebbero infatti un sacco di grane, senza più poter contare, nel caso di una rottura traumati­ca, sull’aiuto di Forza Italia nel­l’assorbimento di personale di­pendente, debiti, contratti attivi. Certo, per il Pdl ci sono 18 milioni di euro di rimborsi elettorali da in­cassare, ma diluiti in tre anni. I de­biti correnti, invece, sono da pa­gare subito, e sono tanti: 9,4 milio­ni di euro. Poi ci sono i fornitori da pagare, altri 8 milioni di euro in attesa di essere saldati, parte dei quali, tra l’altro, contestati (o dal Pdl, perché ritenute fatture non dovute, o dai fornitori, per ri­tardo), che significa altre grane: cause coi fornitori, contenziosi giudiziari, decreti ingiuntivi. Al­tri guai per i futuri amministrato­ri del Popolo della libertà, che ha chiuso l’ultimo bilancio con un disavanzo di 3,7 milioni di euro.
Poi ci sono altri costi fissi dell’« azienda Pdl». Come i siti internet legati al dominio web del partito, che pesano per qualche centina­io di migliaia di euro l’anno. O i co­sti delle sedi locali, 97 uffici in tut­ta Italia, con altrettanti contratti di locazione e i dipendenti impie­gati dalla Val d’Aosta alla Sicilia.
Ma la grana maggiore, che pas­serebbe ai nuovi controllori del partito, è proprio il personale del partito. Coi rimborsi elettorali che andranno a diminuire per ef­fetto della riforma del finanzia­mento pubblico, il grande inter­rogativo è che fine faranno i 180 dipendenti del Pdl. Se il Pdl si tra­sforma, consensualmente, in For­za Italia, il problema passerà a Forza Italia, che può contare sul­le garanzie finanziarie di Silvio Berlusconi. Ma in caso opposto, sarebbe il Pdl a doversi accollare quei costi, senza avere più i fondi per pagare 180 stipendi, e senza un Berlusconi che firmi le fideius­sioni in banca. E questo sarebbe un altro vantaggio non indifferen­te per la nuo­va Forza Italia rispet­to a un Pdl governativo. Forza Ita­lia (soggetto politico già esisten­te, ma «dormiente» dal 2008, quando ha dato vita al Pdl) può spendere, al momento, diversi milioni di euro, grazie a una fi­deiussione di 110 milioni fatta da Silvio Berlusconi (già consumata al 70%). E non ha dipendenti a ca­rico, tutti girati al Pdl.
La mano (o il portafogli) del Ca­valiere è stata generosa anche col Pdl, pur senza firmare mai garan­zie bancarie per il nuovo partito nato dalla fusione con An. Un Pdl staccato dalla Forza Italia di Ber­lusconi dovrebbe provvedere da sé, ad esempio, a sostenere i costi delle manifestazioni. Come quel­la del marzo 2012, finanziata da Berlusconi: «Il Pdl ha ricevuto dal presidente Berlusconi la somma di 2,8 milioni di euro a titolo di prestito infruttifero con scaden­za 30 aprile 2014- si legge nel ren­diconto - indirizzato al finanzia­mento delle spese connesse alla manifestazione nazionale tenu­tasi il 23 marzo in Piazza del Popo­lo ».«Se nel Pdl non c’è più lui,ma­gari piace più alla sinistra, ma poi chi ce li mette i soldi, Quaglieriel­lo? » sintetizza un forzista area fal­chi.
Senzacontarechedal1˚ dicem­breilPdlnonavrebbepiùneppu-re una sede. L’affittuario dei lus­suosiufficiinpiazzaSanLorenzo in Lucina, 960mila euro di cano­ne annuo (contro quasi il triplo della sede precedente), è formal­mente il Pdl, ma ancora per poco. «Nel contratto originale - spiega il tesoriere-c’è scritto che è facol­tà del conduttore cedere la loca­zione a un altro movimento politi­co, cioè a Forza Italia. Prevedo succeda il 1˚ dicembre». A quel punto al Pdl verrà lasciata solo qualche stanza nella sede di For­za Italia. Sempre che non ci siano scissioni, sennò oltre al commer­cialista servirà anche un agente immobiliare.