Angela Nocioni, l’Espresso 15/11/2013, 15 novembre 2013
ASSALTO AI FORNI
Ondata di saccheggi in Venezuela.
A Caracas, Valencia, Maracay e Merida - le principali città del Paese, primo nel mondo per riserve petrolifere - centinaia di persone, esasperate da mesi di contingentamenti
di beni di prima necessità, hanno preso d’assalto i supermercati. Caffè, zucchero, olio e farina di mais sono pressoché introvabili nella maggior parte dei negozi.
La scarsità di generi alimentari, che per ammissione della stessa banca centrale
ha superato il 20 per cento del fabbisogno della popolazione, è evidente in provincia più che a Caracas, dove l’esercito si occupa di scortare le merci fino ai depositi.
Il governo incolpa gli imprenditori proprietari delle catene di distribuzione dei ritardi nelle consegne e denuncia un «boicottaggio controrivoluzionario». Le imprese private dicono che, non potendo avere libero accesso ai dollari perché il governo ne limita la circolazione nel mercato ufficiale, non riescono a garantire i rifornimenti.
Il presidente Nicolas Maduro ha ordinato il sequestro di tutti i negozi Daka, una grande catena di prodotti elettronici, accusata di speculare sull’inflazione (che ha raggiunto
il 53 per cento). I principali dirigenti di Daka sono stati arrestati. L’esercito ha occupato tutte le filiali. A Valencia, la folla ha scavalcato i cordoni dei militari e ha preso d’assalto i negozi portando via televisori
al plasma, telefonini e computer.
È impossibile per i privati acquistare dollari al cambio ufficiale (6,3 bolívares per un dollaro): sono costretti al mercato nero dove il cambio supera i 25 bolívares.