Eugenio Arcidiacono, Famiglia Cristiana 14/11/2013, 14 novembre 2013
NON SONO UNA MAMMA RAGAZZINA
[Ambra Angiolini]
«Dai amore, ora la mamma ti fa l’“aspirabua”». Ambra Angiolini ci accoglie nella sua casa alle porte di Brescia in tuta e senza un filo di trucco. In braccio ha Leonardo che continua a tossire mentre il cane Oscar scodinzola in giro. L’“aspirabua” consiste in un lunghissimo bacio dato al piccolo che, assicura lei, «ti farà passare tutto».
Ambra si siede a tavola per misurare la febbre a Leonardo e intanto, sempre con lui in braccio, parla del suo nuovo film, la divertente commedia Stai lontana da me, in cui è Sara, un brillante architetto che ha la sventura di innamorarsi di un consulente matrimoniale (Enrico Brignano) che porta una sfortuna nera a tutte le donne con cui si fidanza. «Ho accettato di girarlo perché mi era piaciuto l’originale francese da cui è tratto e perché mi consentiva di confrontarmi con un tipo di comicità molto fisica che per me rappresenta una bella novità».
Nel film te ne capitano di tutti i colori: hai usato delle controfigure?
«No, a parte la scena in cui mi schianto in bicicletta, è tutta roba mia».
Mamma Ambra dà un’occhiata al termometro: «Si, amore, ce l’hai la febbre». Leonardo corre a tuffarsi sul divano. «Mettiti le ciabatte!», gli ordina.
Chi dei tuoi figli ti somiglia di più?
«Io e Francesco (Renga, cantante e papà dei suoi due figli, ndr) abbiamo fatto un bei cocktail. Jolanda ha la mia testardaggine, il perfezionismo, mentre dal padre ha preso il sorriso e la spensieratezza. Leonardo è permaloso e riflessivo come me ed è molto attaccato alla casa come il papà».
Usano già Internet?
«Solo in mia presenza. In futuro, con Internet come con il resto, cercherò di comportarmi come mia madre: non mi sono mai sentita soffocata, anche se in realtà lei c’era sempre a vigilare su di me. Non ho intenzione di essere un’amica dei miei figli: mi piacciono le regole».
Intanto ci raggiunge pure Francesco: prepara il caffè, gioca un po’ con Leonardo e prima di uscire dà un bacio ad Ambra: «Ciao, amò».
È vero che da quando sei diventata mamma ti è venuta la paura dell’aereo?
«Mi sono venute tutte le fobie del mondo. Sono così cambiata che neanche mi ricordo bene com’ero prima. La maternità ti riempie non solo fisicamente. Sento una sensazione di pienezza che non avevo mai provato».
In passato hai avuto delle posizioni piuttosto critiche nei confronti della Chiesa. Ora cosa pensi?
«Continuo a pensare che vi siano sacerdoti che, anziché accogliere, respingono i fedeli. Negli occhi di don Franco, per esempio, il parroco che ha battezzato Jolanda, ho sempre visto un grande amore. Altri religiosi, invece, parlano solo di regole e nelle omelie usano frasi fatte che non scaldano il cuore di chi spesso li ascolta nella speranza di ricevere qualche parola di conforto, perché magari vive una situazione familiare o lavorativa difficile. Lo so, lo dicono tutti, ma è vero che papa Francesco ha portato un’aria nuova: fa della privazione uno dei cardini del suo messaggio in un momento in cui molte famiglie fanno i conti ogni giorno con le privazioni e adora mischiarsi tra la gente. Tutto questo me lo fa sentire molto vicino».
Nel lavoro hai risentito della crisi?
«Per fortuna no, ma forse ha contato anche l’aver accettato di girare film che molti miei colleghi avrebbero rifiutato anche se, secondo me, sono tutti prodotti più che dignitosi. Più in generale, penso che molti guai del nostro Paese derivino dalla volontà di difendere con le unghie il proprio orticello. Basta vedere il Parlamento: sembra un reparto geriatrico. Non voglio dire che le persone di una certa età non possano continuare a dare il loro contributo. Ma mi pare manchi la generosità di affiancare un giovane e alla fine dirgli: ora tocca a te. E cosi leggiamo annunci demenziali come: “Cercasi commessa di vent’anni, con esperienza”».
Il personaggio Ambra non è un po’ ingombrante?
«Quando ho iniziato ero una ragazzina e per molti anni è stato difficile scindere il mio lato pubblico da quello privato. Ora non è più così: se per lavoro devo vestirmi da gran sera lo faccio e mi diverto pure. Ma quando accompagno i bambini a scuola non perdo tempo ad “acchittarmi”, come si dice a Roma. E se escono delle notizie false e offensive sul mio conto, non mi preoccupo: le persone che incontro tutte le mattine sono più indignate di me perché mi conoscono e solo del loro giudizio mi importa».
Leo, dal divano, chiede perché la mamma ha accompagnato Jolanda a scuola a piedi: «Abbiamo fatto un po’ tardi e dovevamo ancora portare fuori Oscar. Papà era ancora nel mondo dei sogni e così siamo uscite con lui. Ma ora basta con questo videogioco: adesso la mamma ti mangia».
E si butta sul divano con lui.