Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 13 Mercoledì calendario

LA MADONNA HA AIUTATO MIA FIGLIA


[Fabrizio Frizzi]

Lourdes (Francia), novembre
Il fiume scorre lieve come le preghiere. Alle due di notte, l’acqua del Gave accompagna la recita del Rosario davanti alla Grotta della Madonna, a Lourdes. Su una panchina, Fabrizio Frizzi, impegnato su Rai 1 con Tale e quale show, sta seduto solo e assorto. Tra il fiume e le Ave Maria. Sta lì un po’. Poi si alza e va verso la Grotta. Poche ore prima, il conduttore ha presentato la serata di musica e testimonianze, fatte di sofferenza e di serenità, dedicata ai 110 anni dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali). E, seduto sui gradini dell’altare della Basilica di San Pio X, sotto l’esplanade del Santuario, Frizzi ha parlato per la prima volta del suo legame con Lourdes e con la Madonna. Lo ha fatto cercando le parole giuste, con pause tra i pensieri fitti. Che si fermano ora sulla compagna, la giornalista di Sky Carlotta Mantovan, ora sulla sua bambina. Stella, nata lo scorso maggio.

Cosa rappresenta Lourdes per lei?
«Non è facile da spiegare. Lourdes tocca corde profonde. Da Roma, dove la mia vita va sempre di corsa, sembra lontanissima. Poi, grazie all’Unitalsi, diventa vicinissima. La prima volta che mi sono trovato davanti alla Grotta della Madonna, nell’estate del 2002, ho provato un’emozione forte, profonda. Davanti alla Grotta c’è un silenzio che non trovi altrove. Eppure non sei mai solo. Eppure si prega tutta la notte. Lì si sente la speranza, la disperazione e il dolore mescolati insieme. Si percepisce una mano tesa a darti conforto, ti senti di alzare le tue per conquistarlo. Qui avverto qualcosa di speciale, che non ho provato in un altro luogo. A Lourdes vengo soprattutto per dare un sostegno ai malati e ai volontari dell’Unitalsi, che si dedicano col sorriso a persone che hanno problemi di salute, anche gravi. Io faccio poco, non sono bravo come loro».
Le capita di pensare a sua figlia Stella come a un dono della Madonna?
«Ringrazio Dio e la Madonna tutti i giorni. Durante la gravidanza ci sono stati problemi seri, e ci siamo affidati a Maria. Ho chiesto protezione per la mamma e la bambina. E ora che tutto è andato bene, il senso di gratitudine è forte».
Com’è Stella? La sbirciamo su Twitter...
«Vorrei mostrare a tutti quanto è bella e quanto è dolce la mia bambina. E sono cosciente di andare in controtendenza rispetto al desiderio, che ho sempre avuto, di non spettacolarizzare la vita privata».
Per il battesimo avete già organizzato tutto? E magari anche per il matrimonio?
«Al battesimo ci stiamo pensando, prima o poi lo faremo. Direi prima delle nozze. Il matrimonio è più difficile da organizzare. Magari aspettiamo che la bambina sia in grado di accompagnarci camminando».
Il 3 maggio, giorno in cui è nata Stella, cosa è cambiato per lei?
«Si è aperta una vita nuova per me. Quella che avevo prima era bellissima. Ma era basata sulle mie idee, sulla voglia di mettermi alla prova. Era basata su quello che sentivo io e le persone a me legate. Ora, in primo piano c’è una creatura a cui tutto è dedicato».
Che papa è?
«Il meglio che posso essere. Non so se sono bravo. Cerco di essere il più possibile presente, il più possibile affettuoso. Cerco di ritagliarmi spazi che prima non immaginavo di avere, per vedere la bambina che cresce giorno per giorno. Per ora ce l’ho fatta. Di pappe e pannolini se ne occupa soprattutto Carlotta. Lo fa molto volentieri, ma ogni tanto mi delega e io lo faccio con grande piacere. Non sono un “mammo”, ma se serve, so fare tutto».
Le piace lo stile di Papa Francesco?
«Prego per lui, per la sua vita, per il suo futuro. Nel suo agire così rivoluzionario, che può disturbare qualcuno, lui va disarmato in mezzo alla gente, e noi possiamo sostenerlo e proteggerlo con le preghiere. Trovo straordinario il suo impegno nel rinnovare la Chiesa. Apprezzo l’accoglienza che mostra verso chi magari finora si è sentito escluso, come i divorziati, per esempio. E non parlo di me, perché il mio primo matrimonio (con Rita Dalla Chiesa, ndr) l’ho fatto col rito civile, e posso sposarmi in chiesa».
Finora ha tenuto per sé la sua spiritualità.
«È difficile trovare le parole giuste per raccontare il proprio rapporto con la fede in modo equilibrato. Si rischia di passare per uno che vuole ostentarla, di banalizzare, di pontificare».
Della Madonna conserva immaginette, ha una devozione particolare?
«Maria è una figura che riscalda il cuore, e parlare di una statua o di un quadro può essere poco rispettoso. La Madonna di Lourdes ha una bellezza straordinaria, ispira protezione. E mi porto nel cuore l’immagine accogliente della Madonna della pietà di Bassano Romano, nel Viterbese, dove hanno vissuto l’ultimo tratto della loro vita i miei genitori».
La fede, l’ha scoperta col tempo?
«Può capitare di avvicinarsi di più alla fede quando prendi batoste dalla vita, quando perdi il padre in giovane età e cominci a farti tante domande. Cogli segni, senti l’esigenza di sperare in un Aldilà, ti ci appigli. A volte la ragione ti porta a pensare diversamente, ma le vicende della vita ti spingono a sperare in un’altra vita».