Aldo Grasso, Oggi 13/11/2013, 13 novembre 2013
ALDA È CONTRO L’IPOCRISIA MA DIMENTICA IL RISPETTO
Non si placa la polemica sulla parole usate da Alda D’Eusanio nella puntata de La vita in diretta dedicata alla scorta di Max Tresoldi, un ragazzo risvegliatosi da un coma lungo dieci anni con gravi disabilità. Questo il commento della D’Eusanio: «Quella non è vita, rivolgo un appello pubblico; mamma, se dovesse accadere a me non fare come la mamma di Max. Quando Dio chiama, l’uomo deve andare!». Imbarazzo del conduttore Franco Di Mare, che subito si dissocia dalle parole dell’ospite.
Il giorno dopo l’Avvenire – quotidiano della Cei — attacca sia le parole della D’Eusanio che la trasmissione in sé («Dei venti minuti previsti sugli scati vegetativi, ben 16 sono stati dedicati a presunte “visioni del paradiso”... In studio non un neurologo, non un giornalista informato»). E, soprattutto, la mamma di Max pretende le scuse ufficiali della Rai e del direttore di Rai 1: «Non per me ma per mio figlio. Cos’è diventata la Rai? Chi invita come esperti? A che titolo quella donna dice a mio figlio che la sua vita è indegna?».
Le scuse dei vertici della Rai sono arrivate, il presidente Annamaria Tarantola ha telefonato alla mamma di Max Tresoldi per ribadire la solidarietà di tutta l’azienda e sua personale. Alda D’Eusanio ha poi affermato: «Non volevo parlare di Max e della sua famiglia. Ognuno è libero di scegliere. Io parlavo di ciò che penso dopo essere stata io stessa in coma. Sono davvero dispiaciuta. Non è assolutamente vero tutto quello che dicono: io non ho attaccato nessuno e insultato nessuno». D’Eusanio è abituata a certe sparate. È recidiva e ha imparato a cucirsi addosso un personaggio di astiosa furbizia: l’infanzia difficile, la calcolata schiettezza, la mano tesa verso un abisso sbruffone. Come quella volta che si presentò in studio con una t shirt con la scritta: “DALLA: non è un cantante, è un consiglio”. È anche vero che certe persone pensano quello che lei ha detto ma tacciono solo per ipocrisia. Però, quando si è in tv, sul Servizio pubblico, davanti a una madre che ha speso la sua vita per tenere in vita il proprio figlio, bisogna saper mortificare il proprio io e dimostrare maggior senso di responsabilità.