Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 14 Giovedì calendario

IL SIGNORE DELLA GUERRA CHE VESTE ARMANI CONTROLLA IL 60 PER CENTO DEL GREGGIO LIBICO


Ama indossare abiti italiani, preferibilmente Armani, offre ai suoi ospiti il cappuccino e si presenta sempre ben rasato. Tutto l’opposto dello stereotipo del miliziano libico, con barbone islamico e kalashnikov. Nonostante le apparenze Ibrahim al-Jathran, 33 anni, è il capo spregiudicato di una potente milizia, che ha messo le mani sul 60 per cento del petrolio libico nella regione orientale del paese, la Cirenaica, sempre più indipendente da Tripoli.
Il suo quartier generale si trova ad Ajdabiya, lungo la litoranea costruita da Italo Balbo ai tempi della colonizzazione italiana. Dopo aver combattuto Muammar Gheddafi con la brigata Hamza, lo scorso anno ha ottenuto il comando della milizia governativa «Guardia degli impianti petroliferi». I suoi uomini hanno subito preso il controllo dei gangli dell’esportazione di greggio, come i porti di Es Sider, Brega e Ras Lanuf. Poco dopo al-Jathran ha preso le distanze da Tripoli chiedendo il federalismo per la Cirenaica e più soldi dai proventi del petrolio.
A luglio ha bloccato l’export, facendo crollare la produzione di greggio del 50 per cento e provocando un danno di 5 miliardi di dollari. «Dobbiamo tornare alla costituzione del 1951 e al sistema federale, altrimenti non avremo mai la stabilità. A Tripoli c’è un governo centralista dominato da milizie e Fratelli musulmani» ha tuonato per mesi al-Jathran.
Nonostante le accuse di essere un signore della guerra in combutta con le fazioni jihadiste che puntano alla secessione della Cirenaica, i giornalisti occidentali che l’incontrano sono colpiti dal suo stile occidentale. Sostiene di studiare la costituzione americana, si attornia di consiglieri per i rapporti con l’Europa esperti di scenari internazionali e si presenta sempre ben vestito: con i suoi abiti Armani e con cravatte scure su impeccabili camicie bianche. Al-Jathran sostiene di aver arruolato 17 mila uomini, pagati 710 euro al mese, ai quali ha cambiato nome, facendoli diventare «Forza di autodifesa della Cirenaica».
Il 24 ottobre, a Bengasi, ha giurato un governo «indipendente» della regione con 23 ministri. Lo strappo da Tripoli è stato sobillato proprio da al-Jathran, che ora vuole iniziare a vendere petrolio da solo sul mercato Internazionale.
(Fausto Biloslavo)