Valentina Errante e Cristiana Mangani, Il Messaggero 14/11/2013, 14 novembre 2013
BABY SQUILLO, NEL GIRO ANCHE LA MALA ROMANA
L’INCHIESTA
ROMA Ventisei nomi memorizzati sul cellulare di Angela come clienti. Sono gli uomini che abitualmente pagavano quella ragazzina per fare sesso. Ma l’elenco sul quale lavorano i carabinieri del nucleo investigativo di Roma è molto più vasto e potrebbe allungare di molto il numero degli indagati. I militari hanno consegnato al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pm Cristiana Macchiusi la lista dei contatti di Angela e Agnese (due nomi di fantasia) che con certezza venivano utilizzati per gli appuntamenti. Tra le intestazioni compaiono anche società e organismi internazionali che avevano dato i cellulari in uso a dipendenti. Ci sono, poi, i telefoni estratti dai tabulati delle ragazzine: sms e chiamate con presunti clienti saltuari, che non erano memorizzati direttamente nella rubrica. E anche i nomi di altre ragazzine a cui le baby squillo fanno riferimento nelle loro telefonate. Posizioni e ruoli su cui fare chiarezza. La procura punta a stabilire, infatti, se anche altre minorenni siano coinvolte nel giro. E nel giorno in cui il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere per i tre arrestati che avevano chiesto un’attenuazione delle misure, dagli atti emerge un’intercettazione che collega il giro di sfruttatori alla mala romana.
I CLIENTI
Si punta, dunque, ai clienti e a breve il numero degli iscritti sul registro degli indagati potrebbe aumentare di parecchio. Sul telefono di Angela erano memorizzati semplicemente come clienti o con il nome di battesimo. L’identificazione dei numeri è già avvenuta: una lista di nomi e cognomi, ma anche di società con due utenze intestate a network internazionali di revisione dei conti e una all’Ifad, l’International fund for agricoltura development. I carabinieri hanno già chiesto alle società a chi fossero date in uso quelle utenze per identificare i clienti fissi. Lo stesso lavoro viene eseguito per tutti gli intestatari dei numeri memorizzati nella rubrica della baby prostituta, non è certo che coincidano con i veri utilizzatori delle linee. Anche se i militari sono andati oltre e hanno già ottenuto dalla Vodafone i tabulati e le celle agganciate dai cellulari, per verificare se gli incontri programmati e fissati via sms o WhatsApp siano effettivamente avvenuti. E se le chiamate di clienti saltuari abbiano poi avuto come esito incontri hard. Nell’elenco compaiono anche nomi stranieri: «Spesso - spiega un investigatore - per acquistare una scheda telefonica vengono utilizzate identità fittizie».
Nell’inchiesta che sta scuotendo la Capitale non poteva mancare la malavita. «Un Casamonica non è piacevole», scrive Mirko Ieni (lo sfruttatore di Angela e Agnese) a Mario Michael De Quattro, l’uomo arrestato con il resto del gruppo. E il riferimento al clan malavitoso attivo nel Lazio è chiaro. Perché quel cliente aveva fotografato e ricattato Angela. Nel corso degli interrogatori entrambe le ragazze hanno raccontato ai pm che De Quattro, arrivato nello scantinato di viale Parioli per consumare un rapporto sessuale, aveva poi chiesto mille e 500 euro per non rivelare l’attività di Angela alla madre. «Per motivi di sicurezza - si legge in un sms inviato da Ieni a De Quattro - tu la registrazione e la richiesta di denaro per evitare che le prestazioni di alcune ragazze vengano messe alla luce non la fai. Eviterei di proseguire onde evitare di essere perseguitato penalmente nonché da bravissime persone che possano persuaderla..arrivederci e penso che la storia finisca qui. Ciao, ancora un amico». Poi continua: «Sei e rimani un puttaniere di poco gusto e soprattutto ingenuo. Questa volta ti è andata male, ma penso che dovrai cambiare metodo...soprattutto perché...fare arrabbiare un Casamonica non è piacevole. Vuoi la guerra e guerra sia». E De Quattro replica: «Ti elenco la situazione: prostituzione minorile, estorsione, favoreggiamento della prostituzione minorile, se vuoi ti invio la documentazione».
LA PUBBLICITA’
La bacheca di incontri sul web è il luogo dove si concretizzano gli incontri per Angela e Agnese e rappresenta una forma di grande pubblicità. Chi la visita lascia i suoi giudizi sulla ragazza incontrata. Pregi e difetti. E Mirko Ieni, che sullo sfruttamento delle ragazze ci campa, in uno scambio di sms su WhatsApp scrive ad Angela: «Come va? A quante persone sei arrivata? Dimenticavo fatti fare una recensione positiva sul sito dai clienti». «Ho quasi finito - risponde lei - solo un altro». E Ieni: «Quindi adesso sono quattro, ne hai un altro e poi?» Angela: «Un altro». Ieni: «Ok, la mia parte dove la stai mettendo». Angela: «Da parte».
IL RIESAME
Ieri i giudici del Riesame hanno confermato le misure cautelari per il commercialista Riccardo Sbarra, per la mamma di Agnese, accusata di avere indotto la figlia a prostituirsi, e per lo sfruttatore Mirko Ieni. De Quattro e Nunzio Pizzicalla hanno invece rinunciato a presentare l’istanza al Tribunale della libertà. De Quattro tra l’altro ha ottenuto una settimana fa i domiciliari per motivi di salute. I giudici, poi, non hanno riconosciuto a Sbarra, difeso dagli avvocati Piergiorgio Micalizzi e Augusto Mazzeo, l’accusa di produzione e diffusione di materiale pedopornografico, mentre rimangono confermate le altre contestazioni.