Antonio Signorini, Il Giornale 14/11/2013, 14 novembre 2013
GLI SPRECHI DELL’ANTIRAZZISMO: LE SPESE PAZZE DI KYENGE
& C. –
In Italia tutto finisce in un convegno. Abbiamo l’allergia per l’ordinaria amministrazione e anche le riforme più blande si inceppano. Ma quando si tratta di chiacchiere, non ci tiriamo mai indietro e affrontiamo con disinvoltura problemi planetari. Generosi di analisi e iniziative, a patto che il tutto avvenga nel corso di meeting, workshop e seminari internazionali, erogando soldi pubblici ad associazioni di varia natura. Abitudine dura a morire anche in questi tempi di crisi economica e di servizi essenziali compromessi dai tagli alla spesa pubblica.
Un saggio di questa vocazione sono le spese del dipartimento alle Pari opportunità sostenute negli ultimi due governi, quello Monti (interim del ministro del Lavoro Elsa Fornero) e in quello Letta (guidato prima da Josefa Idem e ora dal viceministro Maria Cecilia Guerra, entrambe Pd) e del suo Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali.
Non c’è dimensione dell’intolleranza e della discriminazione che non sia stata scandagliata dall’organismo alle dirette di pendenze della Presidenza del Consiglio. Dai contratti del dipartimento emerge, ad esempio, una grande attenzione all’integrazione dei nomadi. Per citare un caso abbastanza recente, dall’ufficio antidiscriminazioni è stato dato un incarico formale all’Eurostars Roma Aeterna Hotel di Roma (quartiere Pigneto, teatro di un tentativo di recupero urbano che sta naufragando per problemi di ordine pubblico) di organizzare il meeting internazionale Cahrom, in collaborazione con il Consiglio d’Europa,dedicato all’inclusione sociale del popolo Rom. Un contratto che vale più di 40mila euro. Intervento di apertura, del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. «Ospitare per la prima volta in italia una conferenza di così alto livello sulla tematica dei diritti umani dei Roma è il segnale di una rinnovata attenzione del governo italiano ad un problema tanto scottante », ha spiegato il ministro aprendo il convegno.
Normale contratto con un privato per un servizio. Ma i destinatari delle fatture anti razzismo sono soprattutto le associazioni. Come quella di «promozione sociale Romà Onlus» che è stata incaricata di realizzare, per 9,900 euro, il progetto «Dik I Na Bistar!», tradotto «Guarda e non dimenticare, Roma (sempre nel senso di Rom, ndr) genocide Remembrance initiative ». In pratica, sono stati mandati 40 giovani, «rom e non rom», a rappresentare l’Italia a una conferenza internazionale sul tema che si è tenuta in Polonia.
Ma il razzismo è un tema più generale e così il dipartimento ha accettato la proposta avanzata nel giugno scorso dall’associazione «Prendiamo la parola »: realizzare un laboratorio di formazione antirazzista con docenti universitari. Obiettivo: «il raggiungimento di una maggiore conoscenza delle ideologie razziste e (sic) a fornire strumenti di riconoscimento e destrutturazione degli stereotipi ». Costo della destrutturazione, 17.820 euro.
Accettato, anche il preventivo dell’associazione Carta Giovani che ha proposto iniziative di «sensibilizzazione rivolte al target giovanile» in occasione della settimana antirazzismo. In pratica, «un laboratorio di pittura espressivo-tematica, “coloriamo il mondo contro il razzismo” rivolto a bambini e adolescenti» e un «laboratorio di disegno e scrittura, “la mia idea di razzismo”». Il tutto per 9.850,50 euro. Le cifre sulla soglia dei 10 mila ricorrono spesso nei contratti. All’associazione Sos Razzismo Italia sono invece andati 7.920 euro per la realizzazione, nell’ambito del Meeting Internazionale antirazzista, di un «workshop di approfondimento in tema di politiche di accoglienza dei migranti e di integrazione».
Tutto in Italia passa per i corpi intermedi. Sindacati, associazioni, corporazioni. E così anche l’omofobia diventa l’occasione per dispensare soldi pubblici ad associazioni private. È il caso del Movimento italiano transessuali al quale è stato dato l’incarico di «organizzare due seminari nell’ambito della quarta edizione del festival del cinema transessuale “Divergenti”, dedicato alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza transessuale e transgender». Costo, 5.940 euro. Traccia di spese minori, sempre in tema. Per tre coffee break durante il Seminario sulla valutazione delle domande di asilo dei richiedenti d’asilo Lgbt (acronimo di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Spesa poco più di 1.500 euro. Poi mille euro per il trasporto di settanta colli e quattro libri relativi al volume «Strategia nazionale Lgbt».