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 2013  novembre 14 Giovedì calendario

ADDIO VIA TURATI


La delibera del cda porta la data, indelebile, del 29 agosto 1967: è in quella sera molto afo­sa che viene sancito quasi con atto notarile il trasferimento della sede dell’Ac Milan da via Serbelloni (uffici di proprietà di Felice Riva, nel frattempo preci­pitato in una crisi che coinvolge l’azienda di famiglia Vallesusa, situati proprio di fronte alla resi­denza della famiglia di Angelo Moratti) in via Turati al 3. La scelta è opera esclusiva del consigliere Andreoli, gi­necologo di fa­ma, incarica­to dai Carra­ro, padre e fi­glio, Luigi e Franco, presi­dente e vice­presidente dell’epoca (una famiglia al comando, corsi e ricorsi storici), di occu­parsi del trasloco. I Carraro amano la comodità oltre che i colori rossoneri: hanno casa in via dei Giardini e la sera, per rag­giungere il terzo piano di via Tu­rati 3, devono percorrere meno di 100 metri! Comincia allora la lunga e gloriosa storia di via Tu­rati, scandita dai successi calci­stici della squadra in giro per il mondo: gli impiegati sono ap­pena 15, concentrati sullo stes­so piano la sala consiglio e la se­greteria, il settore giovanile e il centralino,la sede dell’associa­zione dei Milan club.
É l’epoca artigianale in cui, sempre in via Turati avvengono le convocazioni di Nereo Rocco (al quale non viene assegnata una stanza, quando arriva il Pa­ron va a sedersi nell’ufficio di Bruno Passalacqua, il ds); in via Turati si svolgono la vendita dei biglietti della partita e l’acqui­sto degli abbonamenti. Alle pa­reti qualche gigantografia dei trionfi rossoneri e qualche qua­dro d’autore, Salvatore Fiume il pittore caro ai Carraro. Quando piomba Giussy Farina, seguito del primo scandalo scommes­se e della presidenza Felice Co­lombo, spariscono i quadri d’autore e compaiono stampe antiche e raccolte di francobol­li: è il segno dei tempi e della gra­vi­ssima crisi che rischia di porta­re il Milan al fallimento.
«Con Silvio Berlusconi co­mincia la nuova era: in ufficio ar­rivano la moquette rossa e i computer» ricorda la segretaria dell’epoca Mary Buscaglia:arri­vano anche Gullit e Van Basten, Arrigo Sacchi e Donadoni, scu­detti e coppe. Insomma comin­cia la grande cavalcata che por­ta il Milan in cima a tutte le clas­sifiche e alla qualifica di “club più titolato al mondo“,come re­cita la scritta autorizzata dalla Fifa sul colletto della divisa da gioco. Con gli anni si moltiplica­no i dipendenti ( quasi 100 oggi) e anche gli spazi: un piano alla volta,gli uffici dell’Ac Milan co­minciano ad occupare un’area di quasi 1.400 mq che vengono acquistati da Pirellire nel 2004, forse è l’euforia della stagione dello scudetto di Carlo Ancelot­ti, di sicuro è una intuizione per­ché, qualche anno dopo, con­sente di portare a casa un auten­tico affare vista la cifra strappa­ta in questi giorni per la cessio­ne: 10 milioni di euro. Via Tura­ti è la sede, nei 46 anni di storia milanista, dove avvengono sol­tanto due manifestazioni popo­lari del tifo spontaneo: entram­be nel nome di Kakà. La prima per sventare la sua cessione al Manchester City nel gennaio del 2009, la se­conda nel set­tembre del 2013 per fe­steggiare il suo ritorno dal Real Ma­drid. É la pri­ma volta che viene utilizza­to un balcone laterale per sa­lutare i tifosi e lanciare ma­glia e sciarpa. Tutte le altre presentazioni sono state ospitate da Milanel­lo o da un grande albergo del centro!
Da qualche giorno, il Milan è trasferito al Portello, parco Vit­toria l’indirizzo, una piattafor­ma residenziale non ancora completata. «C’è ancora tanta polvere» si lamenta con qual­che ragione il portavoce di Bar­bara Berlusconi, Zennaro, che soffre d’asma.La superficie è gi­gantesca: 9 mila metri quadri, per raggruppare anche gli uffici per la vendita dei biglietti attual­mente ubicati nella torre 1 dello stadio San Siro. Nel 2014 è previ­sta l’inaugurazione del salone delle coppe: sarà ancora più grande di quello del Real Ma­drid al Bernabeu e verrà aperto finalmente al pubblico. Al pia­no presidenziale, l’ufficio pano­ramico, il più bello in assoluto, è quello riservato a Silvio Berlu­sconi: dai finestroni potrà am­mirare tutta Milano. Sui suoi fi­nestroni sarà riprodotta una enorme coppa dei Campioni.