Roberto Giardina, ItaliaOggi 14/11/2013, 14 novembre 2013
ALIQUOTA FISCALE MASSIMA, 45%
Mi diverte l’inglese dei nostri politici. Perché traducono quota esente in no tax aerea? A me suona come qualcosa di militaresco. In tedesco diventa Freier Betrag, quota esente per l’appunto. Non ci sperate, già si avverte a Roma: esentare i redditi fino a 12 mila euro, è una follia, populismo, qualunquismo.
A fare un paragone con la Germania nascono gli inevitabili e consueti malintesi: qui la «no tax aerea», è per l’esattezza di 8.300 euro. Vedete? Neanche i crucchi ce la fanno. L’apparenza, come sempre, è ingannevole.
La quota esente è a testa. Cioè mia moglie e io abbiamo una zona tax free di 16.600 euro. Non basta. Qui esiste anche lo splitting. I coniugi sommano i loro redditi e dividono per due. In altre parole, se uno guadagna cento e l’altro zero, si paga due volte su 50, meno due volte 8.300 euro. E così da 100 mila ipotetici euro si pagherà due volte su meno di 32 mila, il che, in tasse da versare allo stato, fa molto meno. Senza contare le innumerevoli facilitazioni e sconti, di cui ho già parlato, dal chilometraggio giornaliero da casa in ufficio (anche in bicicletta), alle spese per la stanza in cui lavora a domicilio, e così via. Ci sarebbe da aggiungere, che in Germania incombe solo l’Iva, e non ci sono balzelli nascosti a ogni passo.
Frau Merkel aveva proposto una quota esente da 8 mila euro per tutti i membri della famiglia. Padre e madre con due bambini avrebbero cominciato a pagare da 32 mila euro all’anno (senza contare gli assegni familiari per ogni figlio, che sono generosi), ma la Grosse Koalition ha dovuto rinunciare. Certamente, il sistema punisce gli scapoli, o le donne single, ma questi, sportivamente, non protestano, e nessuno cita le leggi naziste o mussoliniane a favore delle famiglie con molti figli, i futuri soldati.
Il Freie Betrag è andato progressivamente aumentando, era a quota 7.200 euro nel 2002, anno in cui nacque l’euro, e la prima fascia imponibile pagava il 19,9%. Progressivamente la quota è cresciuta, era a 8130 euro quest’anno, e salirà di 200 euro nel 2014. In parallelo diminuiva l’aliquota per i redditi più bassi: al 15% nel 2004, al 14 quest’anno. Lo stato non ci rimette perché i cittadini hanno più denaro da spendere, favoriscono i consumi, e sale l’occupazione. Controllando i dati, mi sono accorto, che in Italia la quota esente per i pensionati è di 500 euro inferiore a quella di chi lavora. Perché mai? Evidentemente si pensa che una pensione sia già una sorta di regalo.
In Germania, al contrario, i pensionati pagano meno tasse, perché si calcola che sia il frutto dei loro contributi già tassati come reddito quando erano occupati. In passato, pagavano solo sul 25% dell’imponibile, poi una decina d’anni fa si è passati al 50 per cento. Il principio era anche che i pensionati probabilmente spendono, o aiutano figli e nipoti. Quindi rimettono in circolo i loro soldi. Ora la quota sta diminuendo del due per cento all’anno, fino ad abolire il privilegio entro 25 anni. Una decisione presa al tempo di Schröder quand’era cancelliere. Però i diritti acquisiti non si toccano. Chi è andato in pensione pagando le tasse sulla metà, continuerà a farlo finché campa. Esattamente il contrario di quanto ha fatto a suo tempo Frau Fornero.
In quanto alla fascia massima, scatta dai 42mila euro all’anno, con il 42 per cento. C’è una supertassa per i ricchi, ma non alla Hollande, del 45% oltre i 250 mila euro. Prima delle elezioni, i socialdemocratici volevano portarla al 49%, ma ora entreranno al governo e non se ne parla più.