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 2013  novembre 14 Giovedì calendario

DOPO RACCOLTI IN CALO LA CINA ACCELERA GLI ACQUISTI DI RISO


PECHINO. Dal nostro corrispondente
Quella del riso, ormai, è diventata per i cinesi una vera e propria ossessione. L’inquinamento, l’aumento dei consumi, i disastri ambientali generano soprattutto incertezza, così da lunedì prossimo partirà la negoziazione dei futures sul riso di varietà Japonica allo Zhengzhou Commodity Exchange, il più importante centro per lo scambio di materie prime agricole. L’atteso via libera è arrivato dalla China Securities Regulatory Commission. Il prezzo di riferimento per i contratti di riso Japonica è fissato a 3.050 yuan (500 $) per tonnellata.
La Cina è il primo Paese al mondo per consumo e produzione di riso e le sue importazioni stanno crescendo rapidamente: nella stagione appena iniziata, che si concluderà a settembre 2014, raggiungeranno 5 milioni di tonnellate, secondo previsioni diffuse ieri dal China National Grain and Oils Information Center (Cngoic). Una quantità record, superiore di 2 milioni di tonnellate a quella acquistata dalla Nigeria, cui la Cina contende il primato delle importazioni.
A causa del maltempo, che ha rovinato molti raccolti, il think-tank statale stima che Pechino importerà anche 8 milioni di tonnellate di grano, il massimo dal 1995.
I nuovi futures sul riso serviranno alle imprese come strumenti di copertura dei rischi e per poter avere più voce nella determinazione dei prezzi sul mercato globale. La produzione di riso Japonica in Cina è stata di 64,44 milioni di tonnellate nel 2012, pari al 31,5% della produzione totale di riso.
Le pagine dei quotidiani negli ultimi mesi sono state dominate dallo scandalo del riso contaminato dal cadmio nella provincia di Hunan della Cina centrale. Il riso di tre mulini a Zhuzhou è stato sottoposto a controlli e gli ispettori hanno ordinato di richiamare i prodotti e di sospendere le attività anche a Guangzhou, nella provincia del Guangdong: anche lì sono state trovate quantità eccessive di cadmio, una sostanza chimica industriale cancerogena. Mesi dopo la causa della contaminazione non è stata ancora chiarita.
C’è anche la variabile prezzo a rendere più convenienti le importazioni, in particolare da Pakistan, Thailandia e Vietnam. Il Governo la scorsa stagione ha fissato il contingente di importazione di riso a 5,32 milioni di tonnellate. Nei primi 5 mesi del 2013 sono state importate 1,135 milioni di tonnellate di riso dal Vietnam, del valore di 472,4 milioni di dollari, in aumento rispettivamente del 27,8% e del 24,1% rispetto a un anno prima. La Cina è oggi il più grande consumatore di riso vietnamita, con una quota del 36,4% (seguono Filippine, Malesia, Singapore e Costa d’Avorio). Nei primi sei mesi di quest’anno il Vietnam ha spedito quasi 4,2 milioni di tonnellate di riso all’estero, incassando quasi 1,9 miliardi di $, e il suo obiettivo è arrivare a circa 7,5 milioni di tonnellate, soprattutto grazie agli acquisti del vicino cinese.
Rispetto ai volumi dello scorso anno, c’è ancora spazio per una maggiore crescita delle importazioni cinesi. Pechino, che si apprestava a festeggiare il decimo anno consecutivo di raccolto eccezionale, si è invece trovata a fronteggiare la siccità, che l’estate scorsa ha colpito duramente nelle aree-chiave del Paese. L’incertezza domina tra gli operatori dei mulini e gli agricoltori locali.