Filippo Ceccarelli, la Repubblica 14/11/2013, 14 novembre 2013
E IL CERCHIO MAGICO DELLA PASCALE TIFA PER LA PACE TRA I DUE LITIGANTI
QUANTE divisioni ha la Pascale? Non suoni improprio il quesito, a due giorni dal Consiglio nazionale del Pdl. Ieri, assediata da fotografi e operatori tv, la favorita del sovrano in pericolo è andata a pranzo in un ristorante del centro. Forse era un modo per trasmettere un messaggio di serena normalità. Ma quando si è trovata per strada le hanno chiesto di Alfano: «Resteranno insieme?». E allora lei, prima di riavvolgersi in un elegante scialle che le ha coperto la vistosa scollatura: «Penso proprio di sì, Alfano — ha risposto con regale cortesia — è stato scelto dal presidente».
E tanto basti. A spiegare diverse cose, la prima delle quali è che Francesca, con le sue divisioni più o meno corazzate, è per l’unità. E sebbene quella specie di equazione politica che le è uscita di bocca sotto gli occhi di una gigantesca guardia del corpo non attribuisca il massimo del valore al libero confronto delle idee, beh, il suo afflato di pace è da mettersi senz’altro in relazione con l’appello, pure alla concordia, pronunciato l’altro ieri da Mariarosaria Rossi.
La quale Mariarosaria, che a Palazzo Grazioli da qualche tempo fa il bello e il cattivo tempo, e che dell’ennesimo cerchio magico e interamente femminile si può ragionevolmente considerare la reginetta di cuori, beh, qui si sta pur sempre parlando di potere, o magari di post-politica. Ma tant’è; e infatti ieri si sono mosse in questo senso, cioè gettando il loro granellino d’incenso nel braciere dell’unità, altre due giovani donne — l’onorevole Santelli e l’onorevole Saltamartini — che con la Rossi e con la Pascale vanno spesso a mangiare la pizza, e anche per questo si ha scrupolo di definire «amazzoni».
Sia pure con il dovuto ritardo, gli osservatori politici hanno preso a misurarsi con tale intricatissima congerie di relazioni e alleanze. Del resto, troppe cose non tornano nel drammatico day by day del berlusconismo terminale; e altrettante se ne nascondono sotto e dietro la forzata e semplicistica dicotomia falchi- colombe. Brunetta, per dire, a quale specie appartiene? E Dell’Utri? E la Calabria? Ed è solo per ragioni di Campania infelix che la De Girolamo e la Carfagna, che ha davvero poca simpatia anche
per la Lorenzin, non si possono vedere?
E quanti altri misteriosi fattori e sensibili entrano in ballo, che oggi non è dato comprendere. Per cui si segnalano con diligenza
new entry come quelle dell’Esercito di Silvio o dei falchetti Zappacosta, ma non si capisce tanto bene come faccia mai il suddetto Silvio a minacciare fuoco, fiamme e sfracelli contro il governo avendo regolarmente al suo fianco Gianni Letta, che del presidente del Consiglio è pur sempre lo zio.
Sono giorni confusi e contraddittori, non c’è pietà per i retroscenisti. Oltre al cerchio magico e di genere pascaliano, ci sono in effetti anche i circuiti famigliari; per cui Marina, «la leonessa» prudente, va molto d’accordo con Francesca, hanno pure fatto la foto insieme su WhatsAp, smack-smack, ma Barbara, benedetta figlia, proprio adesso doveva «ingarellarsi» con Galliani?
Il dispiego di punti interrogativi si estende agli amici saggi e lontani, Fidel Confalonieri, che ha il suo privatissimo incubo a proposito di un certo progetto di tetto alla pubblicità tv, ed Ennio Doris, che tuttavia di recente ha reso noto di essere in rapporti con i veggenti di Medjugorje. E qui non si vorrebbe esagerare, né mancare di rispetto ad alcuno, ma nel novero delle variabili e degli imprevisti entrano anche i processi, l’altro giorno attorno a Lavitola s’è aumentato i numero di milioni utilizzati per acquistare senatori anti-Prodi; e per un numero piuttosto alto di olgettine stipendiate si va approssimando il redde rationem.
Non c’è osservatore che non si chieda come andrà a finire, ma questo interrogativo si va replicando ormai da troppo tempo. Il punto certo è che vent’anni di monarchia carismatica e patrimoniale hanno in realtà stravolto i parametri non solo dell’interpretazione, anche della semplice osservazione dei fatti e delle persone. Pesano dunque legami personali, compresi affari di letto, antipatie, invidie, gelosie, come pure riconoscenze, fideismi, per non dire che i pettegolezzi assurgono al rango delle scelte politiche. Altro che partito dell’amore. E’ come se il potere, questo potere, si lasciasse raccogliere e mettere a nudo da meccanismi antichi, di corte. Il solito ritorno al futuro, e si salvi chi può.