Andrea Nicastro, Corriere della Sera 14/11/2013, 14 novembre 2013
SPAGNA, TUTTI ASSOLTI PER L’ECO-CATASTROFE DELLA NAVE PRESTIGE
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — Si può spargere in mare 50 mila tonnellate di petrolio e vivere sereni. È questo che, implicitamente, dice la sentenza sul disastro della petroliera Prestige affondata al largo della Spagna il 13 novembre 2002. Dopo 11 anni, sono stati assolti dall’accusa di disastro ambientale il comandante, il macchinista e il direttore della Marina Mercantile responsabile del soccorso. Nessuno è colpevole della più grande catastrofe ambientale della storia d’Europa. Millesettecento chilometri di costa tra Spagna e Francia insozzati da infinite maree nere. Migliaia di uccelli marini uccisi. Tonnellate di pesci e delfini soffocati. Pescatori rovinati. Un panorama deturpato dal greggio che per 20 mesi zampillò dalle cisterne della nave. L’affondamento del Prestige fu una lunga agonia capace di risvegliare, non solo in Spagna, quella sensibilità ecologista che ieri è stata umiliata. Per anni migliaia e migliaia di giovani da tutta Europa andarono volontari sulle coste della Galizia a ripulire rocce e animali dal chapapote , quella mistura di sabbia e petrolio che arrivava con ogni mareggiata e si appiccicava ovunque.
La Prestige era una petroliera vecchia di 26 anni, fulgido esempio di globalizzazione dell’oro nero. Il greggio era russo, l’armatore greco, la proprietà liberiana, la tassazione delle Bahamas, l’affitto per quel carico di una società svizzera. L’Abs statunitense aveva dato l’ok alla navigazione e l’assicurazione era britannica. Al largo dalla Galizia, una furiosa tempesta, squassò lo scafo del Prestige tanto da aprire una falla. Fu un cedimento strutturale di cui (secondo già una sentenza americana del 2008) nessuno ha colpa.
Il petrolio cominciò ad uscire. Nella speranza di arrivare a consegnare almeno parte del carico, il comandante Apostulos Mangouras rifiutò per ore il rimorchiamento che gli chiedeva la Capitaneria di porto. L’ufficiale, oggi 78enne, è stato condannato ieri a 9 mesi solo per «grave disobbedienza». Data l’età, non sconterà la pena. La reazione di Madrid fu, secondo molti osservatori, sconcertante, ma i giudici l’hanno considerata «appropriata». Invece di tentare di intercettare il petrolio in uscita, l’allora governo di Josè Maria Aznar ordinò che la «Prestige andasse al diavolo». Fu il direttore generale della Marina Mercantile, Josè Luis Lopez Sors, a tradurre l’indicazione facendo rimorchiare in mare aperto la nave che continuava a perdere petrolio. Anche lui assolto. Per sei giorni, la Prestige perse carico tra le onde, fino a che si spezzò e andò a fondo.
Intrappolato nei serbatoi restavano almeno 40 mila delle 77 mila tonnellate iniziali. E ne finirono in mare altre 13 mila. Solo 20 mesi dopo il naufragio cominciò il recupero del petrolio. Madrid pagò in aiuti e bonifiche circa un miliardo. Anche per quei soldi, nessun risarcimento.