Giuseppe Lo Bianco, Il Fatto Quotidiano 13/11/2013, 13 novembre 2013
ENNA “DEVOZIONE” E “CLIENTELE”: IL FEUDO DI CRISAFULLI
Il segreto di Mirello? Sta in una parola: devozione”, dice una signora sul corso che vuole restare anonima. “Crisafulli? È inaffidabile (il termine utilizzato è molto più volgare, ndr) - dicono in coro (e anonimamente) i quattro pensionati fermi nel giardino accanto al bar Di Maggio a Enna bassa, quartier generale di Mirello Crisafulli – ha comprato il consenso assumendo le persone all’azienda rifiuti”. “Crisafulli? Qui non si vede da anni”, aggiunge il titolare del bar dove ogni lunedì centinaia di ennesi vanno a stringere la mano a Mirello chiedendo un favore. Per poi rettificare: “Solo una puntatina, di tanto in tanto”.
PER IL PD nazionale è scomodo e imbarazzante: fu escluso dalle liste elettorali, ma può essere a capo del Pd di Enna, dove non ce n’è uno tra i cittadini che non abbia avuto a che fare con Wladimiro Mirello Crisafulli, padre padrone dei democrat, e gran burattinaio del consenso interno. Crisafulli è un capo che non si discute: aveva visto giusto il regista d’avanguardia Antonio Madeo che negli anni ‘60 gli affidò la parte del leader di un gruppo di uomini preistorici, tra grugniti e scorpacciate di banane. Oggi è leader politico indiscusso di una città in cui la parola d’ordine è minimizzare, anonimamente: “L’onorevole ha blindato il partito”, dicono tra i bar del corso, e i suoi colonnelli si preparano a bissare il successo sabato prossimo, quando la convenzione democratica arriverà a Enna città, dopo che in dieci paesi della provincia i fedelissimi di Mirello hanno fatto volare in alto il consenso su Gianni Cuperlo, proiettato verso percentuali bulgare. Il modello Crisafulli si riassume in due parole: visione politica e gestione clientelare. Con un occhio strizzato ai boss. “Quando fu assessore alla Presidenza, durante il governo Capodicasa – racconta un iscritto che vuole restare anonimo – si decise di ristrutturare una serie di edifici monumentali dell’isola: il 90 per cento di quei tecnici veniva da Enna”.
MA LE RADICI sono molto più antiche: “Quando era alla Cia, la confederazione agricoltori – racconta un altro – strinse relazioni stabili con migliaia di agricoltori e allevatori che non lo hanno mai abbandonato”. “Crisafulli? Per spiegare il successo bisogna tornare indietro di 30 anni: ha conosciuto e aiutato decine di migliaia di persone, e lo ha fatto con un ruolo guida nella politica locale, coinvolgendo nelle scelte clientelari gli altri partiti – dice Carmelo Nigrelli, ingegnere ambientale candidato a sindaco di Enna alle scorse elezioni battuto dal fedelissimo di Mirello – quando l’Ato Rifiuti collassò per i debiti, per rilanciarla convinse i parlamentari regionali di tutti gli schieramenti, centro destra e sinistra, a entrare nel consiglio di amministrazione. Risultato: costi stratosferici per i cittadini, oltre 500 assunzioni, un numero esorbitante di amministrativi, circa cento, finite nel mirino della magistratura che rinvio’ tutti a giudizio”. Per questo quando qualcuno ricorda le sue relazioni pericolose con il boss Raffaele Bevilacqua, riprese dalle telecamere della polizia a Pergusa (vicenda finita con un’archiviazione) ad Enna sono in pochi a impressionarsi: “Buona parte delle persone che lo attaccano vengono percepite come corresponsabili di un sistema clientelare” spiega Nigrelli. L’episodio di Pergusa oggi è archiviato anche nella coscienza dei più giovani dai ricordi sbiaditi: “Incontrò un boss, è vero – dice Liborio Tir-rito, segretario dei giovani democrat di Enna che dice di riconoscersi nei valori del suo leader – ma allora era un cittadino incensurato. Ho letto le carte e ho visto anche il video”. Era il 2001, invece, e Bevilacqua era già stato arrestato e condannato a 11 anni di carcere e definito dal pm “un personaggio del quale (Crisafulli, ndr) non poteva ignorare (ogni contraria ipotesi appare irrealistica) [...] la nota caratura nel contesto della illiceità mafiosa”.
OGGI Crisafulli esce poco dalla sua casa immersa nel bosco e raggiungibile dalla strada abusiva che gli costò un’incriminazione e si prepara alla battaglia di sabato prossimo convocando i suoi colonnelli in mezzo al verde e ai 150 uccelli ospitati in una gigantesca voliera che tiene in giardino, per blindare di nuovo le elezioni. “Abbiamo saputo che a Catenanuova è stato impedito il voto ad alcune persone – dice Cristian Pagana, unico esponente renziano nella direzione provinciale dei giovani democrat – vigileremo perché non si ripeta sabato”.