Mario Ajello, il Messaggero 13/11/2013, 13 novembre 2013
LE COWGIRL E I FALCHETTI DI SILVIO: «CIRCONDATI DAI COMUNISTI»
L’EVENTO
ROMA Il baby falco non ha la barba. Ma Giovanni, Emanuele e Francesco, classe ’94 come quasi tutti («Io nascevo e Berlusconi vinceva», è il motto dei presenti e qualcuno di loro aggiunge: «Mia mamma quando piangevo troppo mi faceva vedere Silvio in tivvù e per me era come il ciuccio in bocca»), arrivano alla festa delle debuttanti (anche maschi) del berlusconismo 2.0, o del meta-berlusconismo da ritorno al futuro nella sede di Forza Italia a piazza in Lucina anche se sembra di stare a Corso Como a Milano o in un ritrovo della meglio gioventù di Roma Nord, e dicono: «Non ci siamo rasati. Così Berlusconi, appena ci vede, ci dirà, accarezzandoci: che cos’è questa brutta barbetta? Noi ce la siamo lasciata apposta per farci toccare da lui». Il quale arriva e esordisce da falcone reale tra falchetti: «E’ qui la festa?». E poi: «Non chiamatemi Nonno Silvio, eh!!!». Ma figuriamoci.
LE RAGAZZE
I baby falchi, tra i 19 e i 26 anni più qualche fuori quota bionda come la progenie («Io sono la mamma di Lavinia, che ha 20 anni, e mi ha chiesto di accompagnarla». Perchè non si sa mai), se sono maschi vestono più o meno come Silvio, incravattati ma senza doppiopetto, mentre se sono femmine prediligono il cappello da cowboy anzi da cowgirl, modello Pitonessa. Chi ce l’ha di panno nero liscio e chi adornato con filamenti dorati. E’ il caso di Elisabetta, 20 anni, di Valmontone, da grande vuole fare la diplomatica, che premette: «Di cognome mi chiamo Lupi ma non confondetemi con quella colomba. Io porto avanti i miei ideali». Quali? «Quelli di falco». Pantaloni aderenti, stivali sbrilluccicanti, chioma fulva e lunghissima, Eli si guarda addosso e avverte: «Il mio outfit è un po’ casual, niente d’impegnativo».
Credono in Silvio, detestano alfano «il traditore» («Mi raccomando, l’ha scritto con la minuscola?»). Quasi tutti frequentano la Luiss (legge o economia) e i pr e organizzatori della festa - i fratelli Zappacosta, Luca e Andrea, che si tuffano in ogni telecamera di passaggio - lì hanno reclutato i presenti e ora sul portone di casa Verdini-Santanchè-Berlusconi maneggiano la lista di chi è invitato e chi no: «Tu sei dentro», «tu sei fuori». Grande Fratello? No, new politics di Nonno Silvio forever young che naturalmente fa il galante con le ragazze divise in due schiere: chi tifa Marina (la maggioranza) e chi tifa Barbara ma «Presidente, lei resta il più forte». Occhio, però: tra un tacco a spillo e qualche scarpa modello polacchina ma scozzese (come un kilt con la para di gomma), spunta un marziano. O è una spia? Macchè, un bravo ragazzo proprio, alto e incravattato, studente di ingegneria, Matteo Zanini Astaldi si chiama. E’ l’unico che pende un po’ per Alfano: «Sono una persona pacata, non pitoneggio. E sono qui per vedere se credo in Berlusconi». Gli altri non hanno i dubbi esistenziali di Matteo. Che ribadisce: «Io credo soltanto in Dio e nei numeri». E in Silvio? Un autore televisivo, Andrea Salerno, osserva la folla dei mini-berluscones (per lo Zappacosta grande è già pronta una candidatura) che vanno a Palazzo e commenta: «Sembra uno di quei film di fantascienza in cui buttano dentro carne fresca per alimentare il mostro». E invece Silvio è buono: «Presidente, ci racconti una barzelletta?». Lui esegue. Ci canti Fabbri Fibra? Lui fa finta di non sentire.
LA ZEPPOLA
Tutti lo fotografano. Poi: «Dobbiamo rifare l’Italia e voi sarete la mia forza», li incita. E loro: «Abbasso Alfini!» (cioè Alfano uguale a Fini). Francesco 20 anni, è arrivato da Catania: «Non chiamatemi falchetto. Sono un leone!». Ma è mansueto e occhialuto. C’è chi porta i fiori: «Sono per Daniela Santanchè». C’è chi cita Lorenzo, figlio sedicenne della Pitonessa e amico dei fratelli Zappacosta, e lo descrive così, politologicamente: «E’ più fico della mamma». Uno, Andrea, ha la zeppola ma idee chiare: «Bifogna tafgliare i cofti della politica. Fsolo Fsilvio fi riusfirà». Per i baby falchetti e falchette è come se Nonno Silvio fosse nato ora, vergine e aitante meglio e più che nel ’94, mentre loro esprimevano i primi vagiti. Thomas Cecconi, 20 anni, di Pesaro, giurista in erba: «Comunisti dappertutto, anche alla Luiss ne siamo circondati». Silvio lo guarda orgoglioso, vedendo che il suo seme ha germogliato.
Mario Ajello