Andrea Montanari, MilanoFinanza 13/11/2013, 13 novembre 2013
TOTI TIENE UN PIEDE IN GEMINA. MA A FEBBRAIO LO TOGLIER
Quello che sembrava un blitz, per chiudere definitivamente la partita, si è tramutato in un’operazione di dismissione parziale che, a dispetto dalle attese, non vedrà la famiglia Toti uscire definitivamente dal capitale di Gemina. L’accelerated bookbuilding (curato da Unicredit) annunciato al mercato nella serata di lunedì non è andato del tutto in porto: invece della vendita dell’intera partecipazione detenuta dalla Silvano Toti Holding (11,6%) sono state collocate, a investitori istituzionali italiani ed esteri, solamente 120,6 milioni di azioni Gemina a un prezzo di 1,69 euro ciascuna, ossia l’8,2% del capitale ordinario della finanziaria che controlla Aeroporti di Roma e che a breve si fonderà con Atlantia. Quindi i Toti non sono ancora usciti definitivamente di scena ma detengono ancora il 3,4% di Gemina (quota soggetta a un vincolo di lock-up di 45 giorni). Ma, secondo quanto appreso da fonti finanziarie da MF-Milano Finanza, i costruttori romani diranno addio alla società a febbraio, quando sarà completata l’integrazione con Atlantia, vendendo la partecipazione rimanente. La famiglia vuole disimpegnarsi dal business aeroportuale, tanto che nel giro di due settimane Pierluigi Toti si dovrebbe dimettere dal consiglio di amministrazione di Aeroporti di Roma. Con l’incasso (204 milioni) la Silvano Toti Holding definirà una volta per tutte il processo di ristrutturazione del debito nei confronti di Unicredit, Monte dei Paschi, Banca Nazionale del lavoro e Ge Capital, che a fine 2012 a livello consolidato ammontava a 464 milioni. Nello specifico, la somma verrà utilizzata per chiudere l’esposizione della capogruppo, che l’anno scorso era di 196,4 milioni di euro. A tirare le fila di questa operazione di natura finanziaria è sempre Unicredit, banca che capeggia il pool di istituti creditori delle società dei costruttori romani.