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 2013  novembre 13 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


Io sono di sinistra come idee ma assolutamente conservatore in materia di educazione. Per me, l’insegnamento, se vuol essere efficace, deve essere risolutamente ritardatario. Andrè Compte-Sponville, Dictionnaire philosophique. PUF.

E Prodi pensò: «Ho fatto una bella cazzata a fondare il Pd». Jena. la Stampa.

Dopo due giorni d’allarme si schianta, c’ammazza, qui viene giù tutto, si è dissolto e se ne sono perse le tracce. Il satellite ministeriale, al rientro nell’atmosfera del Pdl. Maurizio Crippa.

La storia dei fagiolini a 80 euro in casa Berlusconi ci parla di una donna, Francesca Pascale, che si è trasformata: la soubrette di Telecafone, quella che cantava «Se abbassi la mutanda / si alza l’auditelle», la pasionaria del comitato «Silvio ci manchi», si è trasformata nella casalinga perfetta e pazienza se con Silvio c’è un piccolo divario di età, solo 49 anni, un’inezia. Aldo Grasso. Sette.

Non sono il pupo di nessuno. Se c’è qualcuno che mi può domare è il popolo siciliano. Rosario Crocetta, governatore della Sicilia. Ansa.

Il complesso dello scolapasta in testa adesso ha preso anche Letta Nipote: si pensava che fosse conscio della sua consistenza pari a quella del semolino, del suo calore umano una tacca inferiore a quello di una caldaia spenta, della sua espressione da tinca lessa. Invece no, anche lui contagiato dal virus di Palazzo Chigi. L’Irish Time gli ha domandato che ne pensano di lui le Cancellerie europee e lui ha risposto pronto: «Pensano che ho tirato fuori delle balls of steel, letteralmente “palle d’acciaio”». Forse era posseduto dallo spirito dei Cainano che nel ’94 si era paragonato a «quel Colleoni che madre natura dotò di attributi tali da abbattere ogni avversità». O forse ha inteso male la domanda: gli hanno chiesto che ne pensa lui della Cancellieri, e lui ha capito delle Cancellerie. Marco Travaglio. Il Fatto.

A Milano c’è fermento. Bisogna essere pazzi a non investire in questa città. Pensiero, cinema, letteratura prendono forma a Torino, le idee camminano a Milano: lì fai i numeri, è la città più viva. Amo i lombardi, hanno la prudenza dei piemontesi e l’audacia dei veneti: l’ideale per trovare capitali e trasformare le idee e sogni in realtà. Eataly allo Smeraldo è in ritardo per i lavori, impegnativi. Massimo a febbraio apriremo non solo le porte, ma anche una sorta di cupola che permetterà di toccare il cielo con un dito, in tutti i sensi. Oscar Farinetti, patron di Eataly. Corsera.

Le divisioni del Popolo della libertà, fra governativi e antigovernativi, riflettono la spaccatura, nel Paese, fra cultura statalista, populista e burocratica (maggioritaria) e cultura individualista, libertaria e antiburocratica (minoritaria). È una frattura generata dal modo in cui è nata e si è sviluppata successivamente la Repubblica, sotto l’influsso dell’eredità fascista, del collettivismo comunista e del solidarismo cattolico di sinistra e che si manifesta anche nel centrodestra. Piero Ostellino. Corsera.

Il localismo fa danni anche in materia di promozione del made in Italy. Abbiamo bisogno di una fiera mondiale del nostro vino e invece ci sono tante piccole realtà che ambiscono solo a fare la concorrenza al Vinitaly di Verona. Enrico Letta. Corsera.

La parola leadership non è una parolaccia. C’è una sinistra che rifiuta l’idea dell’uomo solo al comando, Fausto Coppi. Ma in un gruppo ci vuole sempre quello che si alza sui pedali. Un leader è uno che sceglie persone più brave di lui. Matteo Renzi, discorso alla Leopolda.

Il potere della cosa scritta sui potenti è un potere che resta intatto. Per una parola severa ho ricevuto tre pagine manoscritte di ministri in funzione, e non dei meno importanti. Françoise Giroud, Leçons particulières. Fayard.

La vita in Vaticano ti imbeve di un «enzima romano» che semina impercettibilmente rassegnazione e diffidenza. Leonardo Boff, teologo. il venerdì.

«Il mondo dove va?». «Dovunque dovesse andare, ci è già andato». Massimo Bucchi. il venerdì.

Sophia Loren: Il petto atlantico. Marcello Marchesi, Dottor Divago. Bompiani.

Ho sempre scritto le mie canzoni con un bicchiere di vino e non ho mai fatto un provino senza prima bere. Gianna Nannini. Corsera.

Dopo Fidenza, sull’Autostrada del Sole si alza una leggera nebbia, che sale dai campi e vela i filari dei pioppi. Le cascine sdraiate sulla terra nera sembrano indefinitamente lontane. Nella foschia che confonde l’orizzonte penso fra me che questa campagna somiglia a quella di cent’anni fa. Del 1913, mi dico, con un sussulto di improvvisa tenerezza. Perché mi immagino, viva come fosse oggi, una ragazza (mia nonna) appena scesa dall’Appennino per andare a servizio a Parma. Nelle fotografie di famiglia l’ho sempre vista vecchia, ma certo in quel 1913 era molto giovane, una fanciulla di queste montagne, abituata fin da piccola a badare ai suoi tanti fratelli, e alle stalle. E dunque mi immagino che in un giorno grigio come oggi, verso la festa dei Morti, Dina Belletti, sposa da poco, da certi strani malesseri si sia scoperta incinta del primo figlio (era Egisto Corradi, poi famoso inviato del Corriere della Sera, il più grande del 900 in Italia, ndr) . Suo marito, Ferdinando, fulvo di capelli come i barbari che invasero un tempo queste pianure, fa il daziere. Chissà come lui, socialista arrabbiato, si è scelto quella donna che ogni mattina andava a Messa? Marina Corradi. Tempi.

A Fossoli, dove i tedeschi avevano organizzato un vasto campo di concentramento per i patrioti e gli ebrei destinati in Germania, fu compiuta improvvisamente, stavolta senza il minimo processo, l’uccisione di 74 internati, tra cui l’avvocato Leopoldo Gasparotto, figlio del celebre deputato e scrittore. Leopoldo era un accademico della montagna, tenente d’artiglieria alpina; aveva operato con le formazioni bergamasche e comasche. Paolo Caccia Dominioni, Alpino alla macchia. Gallotti Editori in Milano, 1977.

Giulio Andreotti: Chi non muore si risiede. Marcello Marchesi, Il Dottor Divago. Bompiani.

«Circo Lorini» disse il nonno gettando un due di bastoni «unico in Europa, con gatti ammaestrati». «Scaldano i piedi e rispondono al rosario» rincalzò Panfilo raccogliendo il due di bastoni. Luigi Santucci, Il Velocifero. Mondadori.1963.

Il nozionismo sta alla cultura come un pugno di farina sta a un piatto di spaghetti. Roberto Gervaso.