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 2013  novembre 12 Martedì calendario

SUL VINO, TRA POCO TEMPO, DOVREMO COMPETERE NON SOLO CON L’AUSTRALIA MA ANCHE COL MESSICO


[Luca Gardini]

Ora è a Hong Kong per lavoro. Giovedì prossimo 14 novembre alle 18,30 Luca Gardini, 32 anni, miglior sommelier del mondo nel 2010, autore con Luciano Ferraro del volume «Vignaioli e Vini d’Italia» per il Corriere della Sera, sarà l’ospite d’onore del «Vip Trunk Show; Premiere Wine Tasting» organizzato a Milano dalla napoletanissima maison della moda Isaia.
Domanda. Da quanti anni è sommelier?
Risposta. Da 17 anni.
D. Ha tenuto il conto, anche se approssimativo, delle bottiglie degustate?
R. Circa centomila.
D. Qual è stata la bottiglia che l’ha emozionata di più?
R. Tante. Ultimamente ricordo con piacere il Verdicchio riserva Stefano Antonucci dell’azienda Santa Barbara.
D. Si dice che la donna abbia più naso. È vero?
R. Se sviluppa questa dote sicuramente è più predisposta.
D. Pensa che una vita basti per conoscere tutto quello che occorrere conoscere sul vino?
R. No, è impossibile conoscere tutto».
D. Per aprire le bottiglie più blasonate e costose bisogna avere a disposizione necessariamente tanti soldi?
R. Nel mondo purtroppo sì. Restando in Italia si riesce a limitare le spese».
D. Quante volte si può chiedere il cambio di una bottiglia con un (presunto) difetto?
R. Se si è sicuri del difetto, tutte le volte che si vuole.
D. I grandi territori del vino: Bordeaux o Bourgogne?
R. Bourgogne.
D. Langhe o Chianti?
R. Langhe.
D. California o Australia?
R. California.
D. Il territorio emergente di cui fra poco si sentirà parlare?
R. Messico.
D. Qual è la regione del Sud Italia più interessante?
R. Campania e Puglia alla pari.
D. Il vitigno?
R. Aglianico e Primitivo alla pari.
D. Quali sono i vini campani più conosciuti all’estero?
R. I Fiano e i Greco.
D. Quello migliore da lei mai degustato?
R. Il Taurasi riserva 1968 di Mastroberardino.
D. La più bella cantina visitata nel mondo?
R. Tante. Indimenticabile quella di Madame Leroy.
D. Il più bel vigneto?
R. Monprivato di Giuseppe Mascarello.
D. Se si parla della Campania del vino chi o cosa le viene in mente?
R. La grande versatilità. Due nomi: Marisa Cuomo e Giardini Arimei di Ischia.
D. Un Franciacorta da scoprire?
R. Joska Biondelli.
D. Uno Champagne?
R. Jacquesson e Thienot.
D. Visto che i piatti moderni non sempre hanno un baricentro gustativo è ancora attuale la teoria classica degli abbinamenti che si insegna ai corsi per sommelier?
R. No, per niente, l’abbinamento non è teoria, ma palato e sensibilità gustativa. Bisogna essere in grado di interpretare non solo gli ingredienti, ma anche il pensiero dello chef, rispettandolo e, a seconda dei casi, di esaltarlo o assecondarlo.
D. Quale abbinamento suggerirebbe per la pizza Margherita?
R. Coupé Franciacorta non dosato di MonteRossa.
D. Per gli spaghetti con le cozze?
R. Verdicchio di Metellica de La Monacesca.
D. Per il ragù napoletano?
R. Un vino rosé, ultimamente mi ha colpito quello di Cantine del Vesuvio.
D. Per un panino con la mortadella?
R. Lambrusco rosé di Casali.
D. Sul dolce, vino dolce o vino secco?
R. Secco.
D. Dopo il libro col «Corriere» che seguito avrà la sua carriera di scrittore del vino?
R. Spero di condividere altri progetti col mio amico Luciano Ferrano.
D. Il più bel libro sul vino?
R. Il Vino di André Dominé.
D. Il più bel film?
R. El Camino del Vino dell’amico Charlie Arturaola.
D. La più bella donna del vino?
R. Per sensibilità e profondità senza dubbio Gaetana Jacono di Valle dell’Acate.

G. C. *dal Corriere del Mezzogiorno