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 2013  novembre 12 Martedì calendario

TIFO VIOLENTO CON INFILTRAZIONI CAMORRISTICHE


La Lega Pro in ostaggio. Lo scandalo di Salernitana-Nocerina è solo una delle pagine dell’almanacco dei crimini da stadio. In Campania, dove il fenomeno del tifo violento s’intreccia perversamente con quello delle infiltrazioni camorristiche, il massimo si è raggiunto con l’inchiesta della Dda di Napoli che ha messo sott’inchiesta l’ex ds della Juve Stabia (il club di Castellammare di Stabia) Roberto Amodio con l’accusa di aver fatto picchiare i suoi stessi giocatori al ritorno da una trasferta persa. Le vittime furono prese a cinghiate e umiliate a schiaffi e sputi, e costrette a restare in mutande perché indegne, secondo gli ultras, di vestire i colori sociali. Una punizione, secondo i magistrati, a cui avrebbero partecipato anche esponenti del clan D’Alessandro.
Partite ad alto rischio anche a Torre del Greco, dove i tifosi hanno l’abitudine di accogliere i rivali a suon di bombe carta sul settore ospiti: il caso più grave si è verificato nel gennaio 2011, quando otto ultrà casalinghi furono denunciati al termine della partita con l’Ebolitana, e per poco non ci scappò il morto. Con la polvere da sparo hanno confidenza anche i supporters dell’Ischia (serie D).
A Nola, invece, la partita tra la squadra di casa e il Cosenza, nel gennaio 2012, rischiò di saltare perché entrambe le tifoserie si sfidarono in un selvaggio lancio di pietre. Roba da Intifada nella Striscia di Gaza. A Caserta, gli ultras sono arrivati a minacciare, con una scritta lunga 10 metri sui muri di un’ex caserma, il dirigente del commissariato di Santa Maria Capua Vetere che aveva allontanato dieci tifosi del Gladiator: «Trocino infame Acab».
I tifosi del Benevento, durante il match col Foligno, picchiarono un carabiniere corso in aiuto degli steward in difficoltà, all’ingresso dello stadio, e saccheggiarono il bar della tribuna vip trafugando 500 confezioni di bibite. Nessuno mosse un dito.
Qualche settimana prima (campionato 2010/2011) due balordi avevano tentato di lanciare un paio di molotov contro le auto dei tifosi della Nocerina. Spostiamoci in Puglia: l’episodio più grave vede protagonista la moglie di Fabio Moscelli, calciatore del Football Brindisi 1912 (seconda divisione) minacciata di ritorsioni sui figli in caso di mancata promozione. In Calabria, a Catanzaro, nel corso del match tra il Praia a Mare e il Sembiase (Eccellenza) due giovani vengono fermati pochi istanti prima di usare mazze e coltelli contro i giocatori avversari. Nel Comune di Cardinale, poco distante, quattro ultras mandano all’ospedale sette calciatori ospiti nel match Ambrosiana-Amaroni (terza categoria).
La Dda di Reggio Calabria, in quegli stessi mesi, scopre che la cosca Pesce di Rosarno ha acquistato due squadre di calcio di serie D: l’Interpiana e il Sapri, in provincia di Salerno. In una precedente inchiesta, la Schiavonea di Corigliano Calabro (Cosenza) era finita coinvolta nell’operazione antidroga Santa Tecla.
Simone Di Meo