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 2013  novembre 12 Martedì calendario

DALLE BANCHE USA STOP ALLE «CHAT»


Chat vietate ai trader, per prevenire nuovi scandali e rischi di manipolazione dei mercati. Le grandi banche, a cominciare da JP Morgan e Credit Suisse, stanno considerando di imporre un «bavaglio elettronico» ai dipendenti, mettendo al bando gli scambi di informazioni via chat-room, ormai diffusissimi nel settore finanziario per tenere i contatti sia tra banche globali che con i clienti. E di sostituirle riportando in auge sistemi di comunicazione forse desueti ma considerati più controllabili e meno pericolosi - telefono compreso.
Altri istituti, ha riportato il Wall Street Journal, stanno studiando strette forse meno draconiane ma ugualmente dure: nuovi standard di controllo per tutti i messaggi scambiati sulle chat, che spesso utlizzano sistemi di terminal installati presso le banche quali Bloomberg. Il novero di chi considera simili riforme comprende Citigroup, UBS, Royal Bank of Scotland e Barclays. La chat-room sono finite al centro di numerosi fra gli scandali esplosi nell’alta finanza negli ultimi anni - e delle conseguenti inchieste da parte delle autorità americane e internazionali. Si sono rivelati potenziali «covi» elettronici di complotti per operazioni di collusione e manipolazione su grandi mercati, dai tassi di interesse alle valute. Alcune chat hanno anche adottato nomi rivelatori, quali «Il Cartello». Molti degli stessi colossi della finanza adesso impegnati nei cambiamenti interni sono stati di recente costretti a sospendere o allontanare trader caduti nella rete degli inquirenti.
JP Morgan - che dopo gravi danni alla reputazione ha fatto scattare imponenti iniziative interne per rafforzare la supervisione mobilitando migliaia di addetti - è tra le banche allo stadio più avanzato: da mesi discute il divieto di gran parte delle chat per i trader e una decisione potrebbe arrivare agli inizi dell’anno prossimo. In alternativa alle chat la banca sta considerando di richiedere esplicitamente per lo scambio di necessarie informazioni, compresi i rapporti con grandi clienti da assistere nelle operazioni, l’uso di tecnologie quali normali e-mail e telefono. Anche Citigroup è già corsa in parte ai ripari: ha spostato alcuni trader nelle valute su un sistema interno di chat con maggiori standard di sicurezza.
Le sanzioni per gli scandali si stanno ancora moltiplicando, aumentando la pressione. Solo nel caso del Libor, l’indicatore dei tassi di interesse, le multe finora scattate contro cinque banche anzitutto da parte delle autorita’ americane e britanniche superano i 3,5 miliardi di dollari. E almeno un’altra mezza dozzina di istituti è nel mirino, con il solo antitrust europeo che potrebbe far scattare pagamenti da un miliardo di euro per istituto. Nelle chat-room gli inquirenti hanno trovato espliciti messaggi che promettevano favori o compensi in cambio di aiuti nel truccare il Libor. L’inchiesta sulla valute è ancora del tutto aperta: stanno indagando regulators di Londra, di Honk Kong e svizzeri, accanto alla divisione antiturst del Dipartimento della Giustizia statunitense. Qui le autorità stanno passando al setaccio messaggi nei quali i trader vantano la capacità di influenzare le divise, scambiandosi irregolarmente informazioni tra concorrenti. Tutto attraverso le chat-room.