Giacomo Amadori, Libero 12/11/2013, 12 novembre 2013
SULL’ATAC I PM ORA INDAGANO MA CON VELTRONI DORMIVANO
L’inchiesta sull’Atac di Roma e sulla presunta bigliettazione parallela, in grado, secondo l’accusa, di far costituire ricchi fondi neri alla politica, ha una tempistica singolare.
A darne notizia in questi giorni è stato il quotidiano La Repubblica. Lanciando sospetti sulla gestione dell’azienda dei trasporti romana da parte dell’amministrazione dell’ex sindaco Gianni Alemanno. Immediatamente la procura della Capitale ha impresso un’accelerazione alle indagini che languivano in piazzale Clodio da diversi anni. Peccato che la notizia non sia nuova e che in passato sia stato il cavallo di battaglia di diversi politici del centro-destra, tra cui l’onorevole e ordinatore del Pdl laziale Vincenzo Piso e il senatore Francesco Aracri. Quest’ulti - mo è persino stato querelato dai vertici di Atac (e poi prosciolto) per avere detto le cose che si leggono sui giornali in questi giorni.
Piso, Aracri e altri loro compagni di partito per anni hanno denunciato l’opaca esternalizzazione della bigliettazione portata avanti dalle amministrazioni di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, attraverso una società di diritto australiano, la Erg, e la nebulosa partecipazione in questo affare di una nota banca d’affari. Ma non basta.
Anche l’ex presidente dell’Atac, Mauro Calamante, ha segnalato nel 2003 i buchi a Veltroni con una lettera riservata, mai abbastanza citata. In quegli anni né gli esponenti del centro-destra né Calamante hanno, però, trovato risposte alle loro sollecitazioni.
In più, nel 2011, un’indagine interna dell’Atac, condotta con rigore da una apposita commissione di esperti, denunciò proprio quelle falle di sistema che oggi sono squadernate sui giornali. Purtroppo, però, all’epoca gli organi di informazione si disinteressarono della vicenda. Tra i pochi a occuparsene fu Panorama, evidentemente non abbastanza politicamente corretto da incuriosire con questo tema gli inchiestisti dei giornaloni. Ma si sa, anche Omero a volte dormicchia. E il torpore è durato due anni. Sino all’esplosione mediatica di questi giorni. Che, forse, ha una spiegazione. Maliziosa.
Nei mesi scorsi un ex dirigente di Atac è andato in procura a raccontare, in soldoni, la seguente storia: «Mi sono opposto al sistema e per questo sono stato trombato dal centro- destra». Insomma, per lui, anche Alemanno & C. avrebbero mangiato alla greppia della presunta bigliettazione parallela dell’Atac. E sul tema è stato recentemente ascoltato come testimone in procura proprio l’ex sindaco.
Non sfuggirà certo che con incredibile coincidenza temporale l’in - chiesta sui falsi biglietti ha ripreso vigore, risvegliando i segugi di Repubblica (e degli altri giornali), finalmente pronti a scoperchiare il pentolone messo sul fuoco e cucinato per almeno un decennio dalle amministrazioni di centro-sinistra.