Roberto Bagnoli, Corriere della Sera 12/11/2013, 12 novembre 2013
ALITALIA, LE POSTE CHIEDONO I CONTI SPUNTANO 4 MILA TAGLI
Alitalia di nuovo sotto pressione. L’amministratore delegato Gabriele Del Torchio starebbe lavorando a un piano industriale più duro del previsto. Risparmi, secondo le indiscrezioni di ieri, in una forbice tra i 250 e i 400 milioni di euro con esuberi tra i 2 e i 4 mila dipendenti. Subito è scattato l’allarme dei sindacati — condiviso anche dal ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, secondo il quale sarebbe un «grosso problema» — e oggi i tre segretari generali incontreranno il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi. Domani si riunirà il consiglio di amministrazione della compagnia di bandiera con all’ordine del giorno la revisione del nuovo business plan — in virtù, secondo rumor interni, di un peggioramento dei conti di 60 milioni di euro nell’ultimo trimestre dell’anno — e l’aumento di capitale da 300 milioni che per i soci si chiuderà venerdì. Air France-Klm, azionista di Alitalia al 25%, stando ad anticipazioni uscite sul sito del quotidiano francese Le Figaro , non parteciperà all’aumento vedendo così diluire la sua quota al 10-11%. Unicredit, creditore e futuro potenziale azionista di Alitalia in quanto partecipante al consorzio di garanzia, si è comunque detto ottimista sull’operazione di cassa. «Rimango positivo — ha affermato Federico Ghizzoni, Ceo di Unicredit — sia sull’aumento di capitale che sul socio, se rimarrà Air France bene altrimenti Alitalia e il governo saranno liberi di guardare altre soluzioni». La tensione tra il socio francese e il management Alitalia era del resto già emersa nei giorni scorsi con un feroce scambio di lettere. Al centro della querelle la richiesta da parte del numero uno di Parigi Alexandre De Juniac di poter fare una due diligence sui conti della compagnia italiana e la creazione di gruppi misti per la definizione del business plan prima di mettere mano al portafoglio. Richiesta negata. Ma la difficoltà di avere una lettura trasparente dei conti Alitalia sarebbe emersa anche da Poste Italiane che hanno affidato alla sua società di revisione interna Price Waterhouse il compito di vederci chiaro prima di sborsare 75 milioni di euro. Da fonti vicine al dossier, in particolare, ci sarebbero valutazioni critiche sul valore complessivo assegnato alla partita Millemiglia — circa 70 milioni di euro — portata fuori dall’azienda ma non dallo stato patrimoniale. In questo senso si può leggere un asse Poste- Air France nato dopo l’incontro parigino tra Massimo Sarmi e De Juniac.
Un insieme di problemi, dunque, destinati ad avvelenare la soluzione per la sopravvivenza di Alitalia. Oggi sul tavolo di Lupi, Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) porteranno i rischi sociali derivanti da un brusco alleggerimento degli organici. Anche da fonti sindacali risultano mille esuberi tra piloti e assistenti di volo e altri duemila dal mancato rinnovo di contratti stagionali.
Roberto Bagnoli