Irene Maria Scalise, la Repubblica 12/11/2013, 12 novembre 2013
ROSETTE E BAGUETTE DEL GIORNO PRIMA IL FORNAIO SCOPRE LA FORMULA DISCOUNT
Alcuni arrivano alle sei di sera con la busta della spesa ancora vuota tra le mani. Altri in panetteria si fermano solo al tramonto. Altri ancora aspettano 24 ore. Sono quelli che il pane fresco non lo comprano più. Per loro, al posto del profumo del lievito caldo, c’è un mondo nuovo: quello del pane low cost. La baguette del giorno prima scontatissima al 50 per cento. Lo sfilatino che la sera costa il 30 per cento in meno rispetto al mattino. I negozianti ormai non si meravigliano più: «Prima erano in pochi a chiederlo, ora è quasi la regola». Il pane vecchio di qualche ora o di una giornata diventa l’alternativa last minute a quelli che, sempre per risparmiare, hanno deciso d’impastare acqua e farina e farlo direttamente a casa.
E così l’esercito di chi compra pane e focacce in saldo s’irrobustisce ogni giorno. Tanti, tantissimi in tutta Europa, da Zurigo a Londra. L’offerta non manca neanche in Italia dove il pane ha una lunga tradizione. A Grosseto, Roma, Recanati, Oristano ma anche in città ricche come Ferrara e Mantova. Tra gli scaffali è messo in bella mostra, esattamente dove una volta trionfavano i prodotti gourmet. Qualcuno sembra titubare ma poi si fa due conti e si lancia sull’offerta. Basta metterlo in forno perché ritorni fragrante. Nessuna vergogna. Al “Forno Perdonati”di Ferrara lo chiamano happy hour. «Le mie figlie mi hanno suggerito di vendere il pane scontato dalle 18 alle 19,30 perché in Inghilterra lo compravano già da tempo», spiega il titolare Sergio Perdonati, «è stato un buon guadagno perché altrimenti avrei buttato tutto».
Da gennaio il pane scontato al 50 per cento è arrivato a Sulmona e si vende la mattina dopo. «Ho notato un grosso cambiamento tra i clienti, prima c’era quasi una vergogna e lo chiedevano di nascosto », spiega Luigi Di Ianni del forno “Profumo di pane”, «l’iniziativa della vendita è partita quasi da un anno e ora raccoglie un pubblico più eterogeneo perché tutti hanno capito che il pane dopo 24 ore non diventa vecchio ma è ancora buono». Da “Fior di Pane” a Roma, l’iniziativa funziona perché aiuta a diversificare la clientela: «La mattina serviamo soprattutto gli uffici mentre la sera abbiamo più famiglie e per loro dalle 18 alle 19 vendiamo tutti i tipi di pane ad un euro». A Recanati i proprietari del panificio “Donnini e Manzotto”, il cartello che annuncia l’offerta lo hanno messo bello grande fuori dalla bottega e bando alle timidezze: «In questo negozio il pane del giorno prima si vende al 50 per cento». Vicino Mantova c’è “Arvati pane” che dopo le 18 dimezza i prezzi e a Grosseto il “Forno Galletti” che sconta quello del giorno prima sempre del 50 per cento.
C’è chi a ridurre il prezzo del pane ci aveva pensato già qualche anno fa. «Nel 2008 avevamo lanciato l’iniziativa “Stop al prezzo” in più di 750 panetterie», racconta Giovanni Guidarelli, responsabile alimentazione di Confartigianato Firenze, «aveva portato buoni risultati tra i clienti ma anche per gli imprenditori, che riuscivano a liberarsi dell’invenduto: speriamo di replicare al più presto». In ogni caso sempre più italiani rinunciano al pane fresco. Più di 4 su 10, secondo lo studio della Coldiretti “Il pane quotidiano nel tempo delle rinunce”, si accontentano dello sfilatino del giorno prima. Solo il 2 per cento butta quello superfluo. Nel 2013 il 78 per cento dei consumatori ha tagliato il budget proprio sui panini: il 42 per cento ha ridotto le quantità acquistate e il 36 per cento si è orientato verso tipi meno costosi. Il risparmio non è poco visto che, al chilo, il prezzo del pane appena sfornato oscilla dai 2 euro di Napoli ai 4,65 di Venezia.