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 2013  novembre 12 Martedì calendario

LUI ERA FAMOSO, QUELLO DELLA TV CI PORTAVA IN GIRO CON LA SUA AUTO E PAGAVA PER FARE SESSO CON NOI


«Era l’uomo della televisione... Uno famoso. Ci portava con la sua macchina, andavamo in giro, al bowling. Ma siamo stati anche a casa dei suoi genitori a prendere il tè... Suo padre ci ha insegnato quel gioco di carte da anziani, la briscola».
Parlano, davanti al pm Claudia Terracina, i due diciassettenni vittime degli abusi sessuali di Gabriele Paolini. Il “disturbatore televisivo”, il “profeta del condom” che lanciava appelli in diretta contro la pedofilia ora è in carcere: in isolamento, per evitare le spietate ritorsioni dei detenuti sugli accusati di stupro e violenze sui minori. Le accuse contro di lui sono gravissime: induzione alla prostituzione minorile, diffusione di materiale pedo-pornografico, atti sessuali con minorenni. Tutto eseguito con «freddezza, professionalità e abilità», come elenca il Gip Alessandrina Tudino nelle 12 pagine di ordinanza di custodia cautelare.
«Per noi era un personaggio, ci vantavamo di essere suoi amici». Ascoltati in audizione protetta, con l’ausilio di uno psicologo, i due “bravi” ragazzi romani (uno studente di liceo, l’altro di un istituto tecnico), hanno ricostruito il legame nato in una chat e poi andato avanti per mesi. Ma le vittime, secondo il pool investigativo coordinato dal procuratore aggiunto Monteleone e dal comandante provinciale dell’Arma, Luongo, potrebbero essere state molte di più. Nel frattempo, i militari del colonnello Cagnazzo hanno individuato la cantina dove il “disturbatore” incontrava i suoi giovanissimi amanti. Nessun ritrovamento eclatante, solo vecchi elenchi del telefono ma dal computer dell’arrestato potrebbe emergere qualcosa di molto più compromettente.
La denuncia che ha fatto scattare l’indagine è partita, il 25 ottobre, da un laboratorio fotografico di Riccione dove, quattro giorni prima, un altro laboratorio di via Nomentana, a Roma, aveva inviato alcuni file: 80 foto scattate da Paolini, un’autentica galleria degli orrori. In seguito, in mano ai carabinieri sono finite altre 94 foto e 16 video «ritraenti il Paolini in atti sessuali con diversi giovani di età adolescenziale, tra cui i tre che, nel video, il medesimo chiama... », scrive il magistrato. I due ragazzi (a cui si aggiunge un giovane romeno già identificato dagli investigatori), compaiono in un video postato da Gabriele Paolini su YouTube l’8 agosto scorso: niente di scandaloso, solo una gita al mare. Gli investigatori, a questo punto, hanno passato al setaccio il suo sito Paolininews. it: di nuovo gli stessi, giovanissimi volti in atteggiamenti amichevoli con il 39enne, incubo dei giornalisti televisivi di tutta Italia. Per identificare le vittime degli abusi sessuali, i carabinieri hanno navigato sulle pagine Facebook dei due ragazzi. Il social network è stato determinante in questa indagine telematica: alla fine, i diciassettenni avevano un nome e un cognome. Ragazzi puliti, che racimolavano qualche soldo per comprarsi jeans o giacconi firmati o per ricaricare il cellulare.
«Gli esiti dell’attività investigativa fondano il ragionevole convincimento che l’indagato abbia compiuto atti sessuali continuati con minorenni, inducendone — mediante profferte di denaro progressivamente elevate tanto da indurre a prestazioni sempre più invasive — la prostituzione, formando di tali atti copioso materiale fotografico e video, evidentemente destinato alla divulgazione », aggiunge il Gip Tudino. Una frase che riassume il senso delle accuse. Ovvero: l’induzione alla prostituzione, nel caso dei minorenni, scatta quando un adulto riesce a vincere la loro resistenza con offerte di soldi o altri mezzi di persuasione più o meno subdoli. Imputazione che non coinvolge, invece, i clienti delle due baby-squillo romane.
Non ci sono intercettazioni nelle carte dell’indagine ma dialoghi estrapolati dai video girati da Paolini stesso. Molti sono irriferibili. Ecco uno dei più castigati.
Paolini: «Abbiamo fatto trenta, girati un attimo»
Dario (nome inventato): «No, no..».
Paolini: «Fidati. Non faccio nulla, ma cosa pensi».
Dario «No, no...».
Paolini: «Ma non penso nulla»
Dario «A 45 euro, allora».
In un altro filmato, Paolini riesce a vincere le resistenze di uno dei ragazzi verso i rapporti gay. «Sapendo quali sono i miei gusti... è proprio una cosa che a pelle ti dà fastidio? Magari fra un giorno o 10 anni relazionarti in maniera più intima con un uomo... ».