Gigi Di Fiore, Il Messaggero 12/11/2013, 12 novembre 2013
LA CITTÀ GIUSTIFICA E IL SINDACO MINIMIZZA «NESSUNA VIOLENZA, HA SBAGLIATO LA LEGA»
IL REPORTAGE
NOCERA La pioggia non scoraggia i capannelli fuori l’Ideal bar. La Nocerina divide. A tenere banco, è la resa della squadra alle pressioni di qualche decina di ultras: «La tifoseria della Nocerina è sana, chi compie azioni violente sono poche decine di giovani che spesso non guardano neanche le partite allo stadio», dice il gruppetto di amici dell’Ideal. Un luogo storico. Proprio nei locali di questo bar in piazza Santa Monica, la Nocerina fu fondata nel 1910. Noblesse oblige. La società calcistica, da luglio presieduta dall’imprenditore Luigi Benevento, nella tarda mattinata decide di glissare sui fatti del giorno. E in un comunicato ufficiale spiega di attendere «con serenità gli esiti delle indagini».
SILENZIO STAMPA
Niente altro, è silenzio stampa. Però, mentre in un primo comunicato c’era il benservito all’allenatore Gaetano Fontana e ai suoi vice dimissionari, nel successivo la società scrive di «rigettare le dimissioni, per garantire trasparenza e lealtà nel regolare svolgimento del campionato». Cosa è successo, perché la rapida inversione di rotta? Pressioni piovute sul presidente? Mistero. Luigi Benevento, che la scorsa estate aveva deciso di non aprire una sua azienda a Eboli per presiedere la Nocerina, non parla. A luglio, fu convinto da Giovanni Citarella, presidente uscente arrestato nel 2012 per un’inchiesta su appalti alla Provincia, a prendere il suo posto. Un nome che pesa a Nocera, con imprese nel settore del calcestruzzo, figlio di quel Gennaro detto Gino, ucciso in un agguato di camorra nel 1990 e ritenuto affiliato al clan Alfieri-Galasso. Eredità scomoda e Giovanni Citarella è finito due volte in carcere ed è spesso «chiacchierato» in città.
RAPPORTO DIFFICILE
Luigi Benevento ha sempre dichiarato di aver voluto «una società con tutti nocerini», ma il suo rapporto con la tifoseria non è stato sempre idilliaco. Tifoseria delusa per la campagna acquisti, con ultras incazzati. Poi, è arrivata la domenica nera. E non è stato certo un fulmine a ciel sereno. Spiega Alfonso, che si definisce tifoso puro da oltre una ventina d’anni: «Ti invito a collegarti su internet, ce l’hai? Guarda il profilo Facebook del presidente, leggi cosa scrivono in tanti. Invitano società e squadra a fare proprio quello che è avvenuto». Guardare per credere. Già quattro giorni prima del derby con la Salernitana, è un fuoco di fila di «consigli» al presidente. «Presidé, non portare la squadra a Salerno». Altri suggeriscono di far scendere in campo la squadra giovanile. Insomma, tutto già ipotizzato.
GLI STORICI CLUB
Meno dichiarata era la presenza dei duecento fuori l’hotel del ritiro della squadra. Una parte minoritaria, quella del mondo ultrà. Quel mondo che aveva un gruppo intitolato a Vincenzo Passamano, ucciso a 25 anni nel 1994, fratello di Mario incappato in vicende di droga. Quello stesso mondo ultrà, dove è attivo Massimiliano Garzillo, fratello di Guido ucciso il mese scorso con tre colpi di pistola. Un mondo eterogeneo, lontano dal tifo delle famiglie che ha in città storia antica. Il vero club ufficiale della tifoseria, con tanto di sede, è al rione Pecorari. Una cinquantina di soci, che si auto tassa. Il presidente è Antonio Tripolini, ferroviere in pensione, che difende la tradizione buona del tifo, con orgoglio. Luigi D’Angelo, presidente della Pro loco Nuceria Alfaterna, segue la squadra da 60 anni. Sui giocatori minacciati ha le sue idee: «Negli ultimi anni, in curva sono arrivati personaggi che ignorano le vere regole di lealtà dello sport. Per noi, la squadra è simbolo di identità, orgoglio. Incitamenti e sfottò, nulla di più».
EROI COCCOLATI
In passato, i rapporti tra tifosi e calciatori erano stretti. La città adorava i suoi eroi, li coccolava. E tanti sono rimasti a Nocera. Qui è stato allenatore Gianni Di Marzio, che ha sposato una nocerina. Il sindaco Manlio Torquato non ci sta all’immagine di una città violenta. Dice: «Abbiamo grande e antica civiltà. Mi sembra si faccia dello scaricabarile su un gruppo irrisorio di tifosi per errori commessi da altri, in primo luogo dalla Lega». E ancora: «Non mi sembra ci siano state violenze o devastazioni. Mi sarei aspettato dagli amministratori di Salerno un invito. Si punisca chi ha compiuto eventuali reati, ma si riconosca dignità a un territorio sede di tribunale, distretto sanitario e con un’area industriale con ben 13mila imprese».
Gigi Di Fiore