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 2013  novembre 12 Martedì calendario

FAMIGLIA CONTI: GOL, BACI E ABBRACCI

Esiste un calcio di vili e di violenti (ve­di il caso Nocerina) che sa di pugno nello stomaco, ma anche un calcio fat­to di baci e abbracci, sinceri e paterni, che diventa una carezza per l’anima. Noi vor­remmo che fosse quest’ultimo a guadagna­re sempre le prime pagine dei giornali (spe­cie quelli sportivi). Perciò la copertina di que­sta settimana andrebbe dedicata a Daniele Conti, 34 anni, quindici dei quali trascorsi nel Cagliari di Cellino, diventandone il ca­pitano e la bandiera indiscussa. Daniele è il figlio di Bruno Conti, l’ultima grande ala de­stra, campione del mondo in Spagna nell’82, tre anni prima che Daniele nasces­se. Del padre possiede la grinta, il naso pro­nunciato da antico romano e il caschetto in testa, ma soprattutto il cuore generoso, do­ti che ne fanno un uomo vero, pri­ma che un ottimo centrocampi­sta.
Alla Roma non ci hanno creduto, e lui, piuttosto che recitare la par­te dell’ultima ruota del carro a Tri­goria, ha preferito diventare un attore pro­tagonista al Cagliari con cui ha superato le 290 presenze della leggenda Gigi Riva (ora insidia il primato di Nenè). Ma oltre all’at­taccamento alla maglia rossoblù, ciò che rende davvero speciale Daniele Conti è il suo essere papà a tempo pieno e onnipresente, perfino quando va in campo. Il suo vero suc­cesso personale domenica non è stato tor­nare alla vittoria con il Cagliari e neppure la soddisfazione per la doppietta con cui allo scadere ha sconfitto il Torino, ma quell’ab­braccio dolce e appassionato con il figlio Manuel. Una scena da far vedere e rivedere in tutte le scuole calcio. Il piccolo Manuel e­ra lì a bordocampo a svolgere il suo compi­to di raccattapalle, mentre papà Daniele in mezzo al campo provava a ribaltare una par­tita che si avviava verso il pareggio. Al boli­de vincente, la corsa di un padre che cerca e trova il sorriso e l’abbraccio caloroso del fi­glio, la prima persona con la quale condivi­dere un momento così speciale. Il gol del successo, la fine di un periodo difficile sul la­voro, che per un uomo di calcio spesso può pregiudicare quanto fatto di buono nell’ar­co delle gare e a volte anche delle stagioni precedenti, ma non può scalfire, neppure per un istante, l’amore di un padre verso il figlio.
Verso i figli. Perché quello di Daniele Conti è un bis tenero e famigliare: sempre con il Torino (ormai è la sua bestia nera) e sempre nel finale (al 95’) lo scorso campionato se­gnò la rete del rocambolesco 4-3 e quel gior­no la dedica con corsa e abbraccio fu per il primogenito Bruno. Il figlio che porta il no­me del nonno, il Bruno mundial, dal quale ci piace pensare che è partito questo ab­braccio che continuerà ancora nel tempo, magari con i figli dei figli di Daniele Conti.